Visto in fiera: queste le tendenze delle ultime collezioni di piastrelle | di Andrea Serri

Sulla passerella di Cersaie hanno sfilato anche quest’anno le collezioni delle aziende ceramiche di tutto il mondo e ancora una volta è stato il made in Italy a fare la parte del leone, offrendo un panorama di creatività e tecnologia che non cessa di stupire un mercato pur abituato alla qualità straordinaria dell’offerta delle aziende italiane. Un’offerta che affianca due tipologie di ricerca, quella tecnologica e quella di recupero delle più antiche e tradizionali tecniche artigianali, facendole dialogare tra loro e rendendole assolutamente complementari l’una all’altra.

Le proposte sono infinite e confermano la capacità della ceramica di riflettere non tanto e solo l’evoluzione degli stili e delle mode, quanto le trasformazioni della società, di cui registra con sapienza dinamiche e intrecci culturali, elementi della tradizione e prospettive d’avanguardia.

Da questo variegatissimo panorama, sono emerse alcune linee guida che compongono la mappa delle tendenze 2016-2017.

Alla voce “vintage” e “nostalgia” troviamo interessanti declinazioni sia nei decori che nei formati: l’ambito Art Nouveau in cui si snodano numerose collezioni è impreziosito dal nero e dall’oro declinati in campiture che spesso traggono ispirazione dal mondo tessile e dalle sue trame più raffinate, riproponendo l’atmosfera dei damaschi e dei broccati e spesso avvolgendoli con una patina di vissuto che regala la suggestione della memoria, delle tappezzerie e delle carte da parati consumate dal tempo. Non mancano le geometrie più tipiche dell’Art Deco, che propongono non solo decori, ma anche interessanti rilievi di design che danno vita a superfici tridimensionali con vibranti effetti scultorei, giochi di chiaro-scuro definiti dai rilievi in superficie. Geometrie destrutturate, che creano effetti scomposti, in realtà guidati da una rigorosa modularità. E attenzione meritano anche alcuni pattern che evocano invece l’astrattismo, fatti di linee sottili, come tracciate a matita, che creano reti di segni apparentemente casuali, molto evocativi.

Guadagnano uno spazio interessante forme della tradizione, come le esagone e i mattoncini, mentre il patrimonio artistico delle cementine trova nuova vita in collezioni rispettose del passato, dei colori e dei decori, che serbano in sè il valore del ‘fatto a mano’, dell’artigianalità più preziosa.

“Luce” è una voce importante delle collezioni: non solo all’oro è lasciato il compito di illuminare, ampio spazio hanno materiali iridescenti negli impasti, che creano sulle superfici particolari effetti di luce, che cambiano spesso colore a seconda del punto d’osservazione. E un ruolo significativo hanno i metalli in genere, dal rame al ferro, dall’argento al bronzo, che troviamo declinati nelle collezioni sia di ispirazione classica sia tipiche di quell’urban style che ancora offre spunti interessanti nel panorama delle tendenze. Il ‘flavour’ officina, garage – fatto di ruggini ed effetto ‘bagnato’, di cottocemento dalle sfumature più intense, di legni che si mescolano a lamiere – non segna battute d’arresto, così come l’effetto legno, che se da un lato pare forse aver preso un’andatura più da crociera, non si arresta affatto nella sperimentazione e vive una seconda fase fatta di legni vissuti, segnati dal tempo, recuperati e accostati in modi apparentemente casuali.

Sul fronte del decoro, guadagnano ampio spazio prodotti che possiamo ordinare sotto la voce “uomo”: i tessuti maschili ispirano collezioni caratterizzate dal ricordo dei tessuti pied de poule, principe di galles, tweed, fino a sfociare nelle geometrie del regimetal e del tartan. Quanto ai colori, una profusione di nuances giocate con stile, dal grigio all’antracite, dai blu più diversi al caffè ed al tabacco. Rientra in questa voce anche l’attenzione al mondo dell’automobile e dei motori, con linee che si ispirano agli interni preziosi in radica e in pelle.