Universo di superfici comunicanti

Essenziale nella concezione spaziale e ben congegnato nelle funzionalità espositive, lo showroom propone – in un momento in cui prevale il superfluo – una riflessione sull’architettura dei maestri del Razionalismo, dove invece prevaleva quel less is more che rese insuperabile l’opera di Mies van der Rohe. Egli, infatti, trasformò la rivoluzione industriale in un linguaggio in grado di sfidare il tempo e il decoro che punta sulla superfetazione per (a volte) coprire il nulla del contenuto. Gli spazi dedicati alla comunicazione sono soggetti più di altri a svolgere un ruolo narrativo per raccontare le possibili declinazioni di un prodotto, di un materiale; insomma, è una sorta di testo non scritto che vuole catturare l’attenzione, creare un flusso d’informazioni attraverso un ambiente intensamente suggestivo. Non si tratta quindi solo di un elegante spazio commerciale, ma di una wunderkammer, spazio allusivo che, attraverso l’esposizione di materiali destinati all’architettura d’interni (ma anche per il rivestimento di facciate), aiuta l’architetto a prevedere l’esito finale di un ambiente e a controllare il rapporto dell’edificio con il suo intorno.
La relazione con lo spazio urbano è dunque fondamentale. Via Durini, dove sorge Lea Showroom, è da sempre uno dei luoghi in cui va in scena la liturgia del good design, ospitato all’interno di palazzi prestigiosi dove ogni elemento d’arredo è immerso in una magica atmosfera che rende la dimensione dell’abitare un momento denso di emozioni.
Il rapporto con una strada simbolo di Milano, da sempre considerata città del design, è il filo conduttore per il progetto. Suddiviso in due ambienti, per complessivi centocinquanta metri quadrati, lo spazio al piano terra è ovviamente l’area deputata a mostrare all’esterno l’immagine dell’azienda Lea Ceramiche. La strada entra all’interno e viceversa attraverso ampie vetrate che riducono al minimo la linea di soglia. Destinato ad accogliere eventi, mostre e installazioni, lo showroom può essere modificato attraverso gli allestimenti che di volta in volta mostrano la gamma produttiva nelle declinazioni più varie. L’ambiente (rivestimenti e pavimenti) è caratterizzato dai nuovi decori Mauk della collezione Slimtech Basaltina Stone Project (design di Diego Grandi). Il piano inferiore è invece quello per l’approfondimento dei contenuti tecnologici e della selezione dei decori. Lo spazio al piano terra, strutturato per assicurare grande flessibilità nella configurazione degli allestimenti temporanei, è dotato di un sistema composto di montanti a cremagliera (non a vista) in grado di supportare cornici in metallo con all’interno le superfici ceramiche. Al piano inferiore, al posto del sistema tradizionale a pannelli scorrevoli, è invece presente una parete continua di lamelle rivestite in Slimtech. Campionari materiali, schede prodotto e cartelle colore sono sistemati in elementi mobili a libro che consentono una veloce consultazione delle collezioni.