Progetti
Tra progetti e ricette
Ilenia Carlesimo
Vanni Borghi
Claudio Tirinani
FLORIM
2020
Lungo il litorale della città di Savona, in direzione Ventimiglia, c’è un albergo dove architettura e cibo dialogano in completa armonia. Si tratta del Mare Hotel: una struttura 4 stelle, affacciata sul mare, che porta la firma di Claudio Tiranini, uno chef cresciuto in una famiglia di ristoratori ma approdato in cucina dopo gli studi in architettura. “Il nostro è un albergo di famiglia nato negli anni Sessanta”, spiega il progettista. “Poi nel 1985 è passato nelle mani mie e di mia sorella, che ci siamo occupati di ampliamenti e restyling, e oggi è una struttura che oltre a 67 camere vanta anche un giardino, una spiaggia privata, una piscina con acqua di mare e tre punti di ristorazione con un bistrot sulla sabbia, un sushi bar e un ristorante gourmet di lunga esperienza”. Una struttura che prossimamente verrà di nuovo ampliata e rivista e in cui, continua Tiranini, “colpiscono l’immagine decisa, lo stile balneare e i mobili e i complementi che, tra tappeti arrivati dall’India e ombrelloni virtuali colorati, citano acqua, pietre e mare”. E probabilmente non poteva che essere così, vista la posizione privilegiata in quel tratto della Riviera ligure premiato con la bandiera blu. “Una natura ricca e affascinante che, ricreata attraverso la tecnologia, è protagonista anche delle camere ristrutturate”, continua l’architetto. A fare da filo conduttore, lì come negli altri spazi del Mare Hotel, i rivestimenti di Florim. Per le camere da letto, sono state scelte le superfici in gres porcellanato della collezione Pietre/3 di Casa dolce casa – Casamood (Made in Florim); nell’ambiente bagno, per dare continuità con la zona notte è stata posata la stessa linea in due diversi formati, e infine anche nelle cucine, sono state applicate le piastrelle effetto cemento della collezione Buildtech/2.0 e i rivestimenti effetto marmo B&W_Marble, entrambi di Floor Gres (Made in Florim). Cucine che tra l’altro, come racconta l’architetto-chef, sono state anche occasione per un progetto di riuso, visto che la maggior parte dei complementi, dai vassoi al portaburro fino alle alzatine per la piccola pasticceria, sono stati realizzati con i tagli delle lastre utilizzate a pavimento e rivestimento. “Per una questione di igiene, in cucina ho scelto di avere meno fughe possibili e quindi di utilizzare grandi lastre da 3,30 metri”, spiega Tiranini, “ma avendo la stanza un’altezza di 2,80 metri, c’era uno scarto di 50 centimetri: davvero troppo per restare inutilizzato. Così abbiamo pensato di dargli una seconda vita facendo un favore all’ambiente”. Proprio come accade anche ai fornelli, grazie a molti ingredienti provenienti da orti locali, e in generale in tutta la struttura, dove l’energia elettrica utilizzata deriva esclusivamente da fonti rinnovabili al 100%. In fondo, la via della sostenibilità passa anche per i piccoli (grandi) gesti.
Casa dolce casa, Pietre/3
grès porcellanato
80x180, 40x80, mosaico 2,5x2,5-30x30
limestone, almond
Assorbimento d’acqua (ISO 10545-3): average value 0,08%
Resistenza all’attacco chimico (ISO 10545-13): UA
Resistenza all’usura e all’abrasione (ISO 10545-6): average value 140
Resistenza alle macchie (ISO 10545-14): conforme
Resistenza al gelo (ISO 10545-12): conforme
Resistenza alla flessione (ISO 10545-4): average value 50 N/mm2
Resistenza alla scivolosità (DIN 51130): R10 naturale, R11 strutturata
Resistenza agli sbalzi termici (ISO 10545-9): conforme
LEED