Progetti
Studiare al Politecnico di Breslavia
Arch. Ewa Frankiewicz
LAMINAM
2015
L’università sulle sponde dell’Oder nasce nel 1903 con decreto del Senato prussiano per contribuire allo sviluppo dell’industria estrattiva, chimica e metallurgica del paese. Si chiama Istituto Regio d’Istruzione Tecnica e viene sontuosamente inaugurata nel 1928 da Guglielmo II, re di Prussia e imperatore di Germania. Gli uffici amministrativi, il laboratorio Macchine Utensili, le sedi di Elettrotecnica e Chimica sono introdotti dal portale mounumentale in arenaria, affiancato da statue a grandezza naturale che rappresentano le due “anime” dell’insegnamento: la teoria e la creatività simboleggiate dallo scultore seduto; la pratica dall’operaio con martello e incudine.
L’attività è interrotta dalla seconda guerra mondiale e la chiamata alle armi di studenti e professori. L’assedio di Breslavia si conclude nel maggio del 1945 con l’occupazione dell’Armata Rossa e la conseguente cessione della città alla Repubblica Popolare di Polonia.
Già il 24 agosto dello stesso anno, però, 27 professori – ai docenti sopravvissuti si affiancano quelli del Politecnico di Leopoli, allora città della Rutenia che il re Casimiro il Grande aveva unito alla Polonia – riorganizzano il Politecnico nelle sedi semidistrutte. Il 15 novembre riprendono le lezioni e l’università torna ad ampliarsi: nel 1950 nascono, in edifici di stile realista-sovietico, le facoltà di Ingegneria Elettrica e di Ingegneria Aerospaziale; poi quelle di Architettura e di Metrologia Elettrica e Fotonica; negli anni 2000 il centro studentesco – chiamato scherzosamente “Gruviera” per i “buchi” circolari che ne punteggiano la facciata – e pochi anni fa la funivia panoramica che facilita l’attraversamento del fiume per raggiungere in pochi minuti i laboratori di ricerca Geocentrum.
S’inserisce con onore in questa storia il nuovo edificio progettato dall’architetto Ewa Frankiewicz: una struttura estremamente complessa dal punto di vista volumetrico, che acquista autorità e importanza grazie al riferimento formale al portale dell’inizio del Novecento.
Qui il portale diventa la cornice della facciata del corpo più alto – 41 metri – e poco profondo, realizzato come una quinta vetrata, protetta nella parte centrale da una sorta di paratia a maglie quadrate.
Il portale, così come la griglia e tutte le facciate opache, è totalmente rivestito con grandi sottilissime lastre ceramiche rinforzate sul retro con fibra di vetro (1000x3000mm, spessore di soli 3mm). Sono le lastre prodotte da Laminam, l’azienda – nata nel 2001 dall’intuizione di Franco Stefani unita all’esperienza di System Group, di cui fa parte – che ha rivoluzionato l’industria ceramica, aumentandone le potenzialità: attraverso una tecnologia brevettata di compattazione di argille e feldspati molto selezionati e raffinati, genera lastre fino a 1620 x 3240 mm.
Per creare un insieme armonico con il vetro, la scelta dell’architetto polacco si è rivolta alla collezione I Naturali – Marmi nella finitura Crema Marfil. Le lastre – preventivamente forate e rese solidali alla sottostruttura metallica frapponendo una guarnizione in neoprene – sono state montate con l’ausilio di rivetti verniciati dello stesso colore della finitura, per creare l’uniformità cromatica.
Laminam, serieI Naturali - Marmi
grès porcellanato
100x300 cm
Crema Marfil
Assorbimento dacqua (ISO 10545-3): 0,1
Resistenza allattacco chimico (ISO 10545-13): da A a C
Resistenza allusura e allabrasione (ISO 10545-6): ≤175 mm3
Resistenza alle macchie (ISO 10545-14): conforme
Resistenza al gelo (ISO 10545-12): conforme
Resistenza alla flessione (ISO 10545-4): 50
Resistenza agli sbalzi termici (ISO 10545-9): conforme
LEED
NF UPEC