Progetti

Residenza privata Città Giardino - Roma

Revisionismo storico

Un open space luminoso e moderno al quartiere Monte Sacro di Roma
Autore
Benedetto Marzullo
Foto
Luciano Busani
Superfici
FIORANESE
Sanitari
Catalano
Distributore
Amati Roberto
Anno di realizzazione
2012

Monte Sacro a Roma è famoso per essere la “Città Giardino” della Capitale. Una quartiere verde, nato nei primi Anni 20 sulla falsariga delle Garden Town inglesi, pianificato dell’architetto Gustavo Giovannoni (con Quadrio Pirani e Edmondo del Bufalo), che venne chiamato infatti Città Giardino Aniene fino agli anni Cinquanta, per poi assumere la veste ufficiale di quartiere con il nuovo nome Monte Sacro. Celebre per i suoi villini, ha dato l’ambientazione a uno dei libri storici di Beppe Fenoglio: “Mentre dalle villette si sentivano le radio a tutto volume sintonizzate sui bollettini che annunciavano la caduta di Mussolini, ovunque era un brulicare di persone e un festeggiare…” (“Primavera di bellezza”).
L’attività costruttiva fu affidata al “Consorzio Città – Giardino Aniene” costituito dall’Istituto Case Popolari e dall’Unione Edilizia Nazionale. Particolarmente interessante la piazza Sempione, che fa da entrata scenografica al quartiere, e che presenta degli edifici realizzati da Giovannoni stesso e da Innocenzo Sabbatini, l’architetto che negli anni Venti ha dato il contributo più decisivo anche alla “invenzione” della Garbatella.
Nelle intenzioni, non del tutto rispettate, Monte Sacro voleva essere la più grande città giardino d’Europa. Il piano si estendeva su una superficie di 150 ettari, doveva comprendere 500 villini per 3.000 alloggi. Su uno di questi si concentra la nostra attenzione.
Come molte delle costruzioni realizzate in quel periodo, l’appartamento oggetto della ristrutturazione presa in esame – un attico con due grandi terrazze – necessitava di un radicale intervento di recupero, sia dal punto di vista edilizio sia tipologico. Sotto l’aspetto distributivo, per dare una organizzazione contemporanea degli spazi, il taglio originario è stato completamente ribaltato, pur nel rispetto delle caratteristiche storiche dell’immobile.
“Demolendo e ricostruendo il meno possibile”, spiega l’architetto Marco Caldaroni dello studio FFD di Roma, “volevo però ottenere uno spazio luminoso e senza vincoli. Quasi un open space. Compatibilmente con la tipologia dell’appartamento a disposizione, che sarebbe diventato la mia abitazione personale”.
Ecco, allora, la zona giorno è stata concentrata in un living aperto, con il soggiorno e l’area cucina volutamente lasciata a vista. Una notazione personale: il bancone della cucina stessa è stato recuperato da un vecchio negozio di alimentari di famiglia. Un oggetto della memoria che diventa il fulcro della vita domestica.
Dalla grande vetrata arriva la luce naturale e allo stesso tempo si accede alla terrazza, la maggiore delle due presenti al piano attico. Là dove c’era la camera da letto, è stato creato uno studio. La nuova zona notte, invece, è stata concentrata nella parte terminale dell’appartamento, con il bagno attiguo alla camera padronale, che dispone di una cabina armadio realizzata ex-novo. L’intervento di ristrutturazione di questo appartamento si è concentrata, da parte del progettista, sulla “ricerca di materiali semplici e neutri che coesistessero con la parte appunto storica dell’immobile”. L’obiettivo era quello di dare continuità e – soprattutto – uniformità.
“La scelta è ricaduta da subito su un unico tipo di piastrelle di ceramica monocromatica di grande formato (Urban Touch di Ceramica Fioranese), che ha dato agli spazi un senso di continuità; il tono neutro delle pareti ha reso armoniosi gli spazi interni in maniera ancora più decisa”. La decisione di utilizzare “un solo tipo di ceramica e in maniera omogenea”, prosegue l’architetto, “è una precisa linea guida progettuale: pavimenti e rivestimenti di tutta la casa sono gli stessi, con colori uguali ma finiture diverse”. Unica concessione per così dire “ludica”, nella zona living-cucina: un’intera parete è stata trattata con un materiale a “effetto lavagna” (Pietra di Lavagna di Ceramiche Coem), con una particolare finitura naturale che dona un effetto di movimento e allo stesso tempo diventa forma di svago per gli abitanti: un muro dove lasciare pensieri scritti e disegni. E, durante una cena, basta dare un gessetto in mano agli ospiti per scatenare il bambino che è in ognuno di noi.

Piastrelle
Ceramica Fioranese, serie Urban_Touch
Tipologia
grès porcellanato
Formati
60x60, 30x60 cm
Colori
Cemento
Caratteristiche tecniche
Assorbimento d’acqua (ISO 10545-3): 0.05%
Resistenza all’attacco chimico (ISO 10545-13): ULA
Resistenza all’usura e all’abrasione (ISO 10545-6): 128
Resistenza alle macchie (ISO 10545-14): conforme
Resistenza al gelo (ISO 10545-12): conforme
Resistenza alla flessione (ISO 10545-4): 47 N/mm2
Resistenza alla scivolosità (DIN 51130): R10
Resistenza agli sbalzi termici (ISO 10545-9): conforme
Certificazioni e premi
LEED
EMAS
ISO 14001
NF UPEC
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