Progetti
Minimal napoletano
Riccardo Bianchi
Gino Spera
MARCA CORONA
2016
La casa, meta della nostra visita, si trova nel quartiere napoletano del Vomero, che più che un quartiere è una vera e propria cittadina cresciuta su un colle che domina il golfo di Partenope e dialoga faccia a faccia con il Vesuvio. Qui fino all’Ottocento inoltrato era campagna con rade masserie e lo stupendo Castel Sant’Elmo: l’urbanizzazione “pesante” è iniziata alla fine di quel secolo con un progetto finanziato dalla Banca Tiberina e poi è proseguita e si è intensificata nel 900 con episodi architettonici di grande bellezza, ma pure di speculazione selvaggia. Il quartiere, con la sua forte vocazione commerciale, non ha perso però quell’atmosfera fascinosa che il paroliere Giuseppe Fiorini coglieva così: “Vommero/loggia mia napulitana/ntulettata e margherite /profumata e gioventù./Ogni strada na canzone/ ogni casanu ciardino/ogni passo na guaglione…”. Un mondo un po’ a modo suo a cui oggi si accede in metropolitana o, più romanticamente, con la funicolare. Ma torniamo alla casa. C’era già e sfoggiava un aspetto disordinato con colori malcombinati, vaste superfici rivestite con tristi piastrelle ottogonali e una cucina che, nelle fodere ceramiche delle pareti, pareva voler alludere, senza riuscirci, alle solari palette di Capri. Un “before” eterogeneo che Gino Spera, architetto giovane ma con un curriculum già di tutto rispetto, ha riformato profondamente, nel segno di un’unità stilistica minimal calda e giocosa, per rispondere a una dettagliata serie di esigenze abitative: creare un soggiorno open space, uno studio-stanza per gli ospiti, tre camere da letto, due bagni, un ripostiglio con lavatrice e asciugatrice, e una migliore organizzazione degli spazi funzionali. Oltre a questo c’erano da prendere in considerazione l’adeguamento tecnologico degli impianti e una riprogettazione dell’illuminazione. In dieci mesi la dimora ha cambiato volto. I pavimenti sono stati rifatti utilizzando essenze e ceramiche di pregio, le luci sono state incastonate nei controsoffitti termotesi in pvc con finiture seta laccate e traslucide, e rese modulabili nell’intensità e nei toni da un apposito sistema elettronico. Tante le soluzioni ingegnose adottate dall’architetto. Per esempio la cameretta collegata, con un divertente sottopasso a forma di caminetto, alla stanza dei giochi dominata da uno scivolo a sua volta in continuità con la cameretta. Oppure i bagni: quello esistente nobilitato da un nuovo e più funzionale lay-out con pavimenti in ceramica a effetto legno e rivestimenti come muro lapideo; quello nuovo interpretato come un locale perfettamente integrato nella decorazione della casa con pavimento finto parquet posato “a tolda di nave” di Caesar. Anche il corridoio, riorganizzato come un ambiente vivibile e non solo di passaggio, mostra caratteristiche suggestive con il decorativo pattern grafico in legno di wengè intarsiato nel parquet di rovere, ripreso sul soffitto da una linea luminosa a led. Ma il vero centro di gravità dell’intervento è il salone, trattato come un open space nel quale sono compresenti la zona conversazione e tv, l’area pranzo e la cucina aperta incentrata su un’isola di Veneta Cucine. Ciò che qui stupisce è l’uso dei materiali per “isolare” visivamente la cucina senza staccarla dal resto dell’ambiente: in particolare il contrasto-accordo tra il pavimento del living in un rovere caldo posato a spina di pesce “all’ungherese”, e quello della cucina realizzato con piastrelle esagone della linea Terra di Marca Corona 1741: un magnifico patchwork di decori floreali e geometrici pazientemente composto da Gino Spera per evocare la mediterraneità del genius loci vomeriano. Il punto esclamativo di una ristruttrazione discreta e sofisticata: ben riuscita.
Marca Corona 1741, serie Terra
grès porcellanato
Esagono 25x21,6 cm
Assorbimento dacqua (ISO 10545-3): Ev ≤ 0,1%
Resistenza allattacco chimico (ISO 10545-13): UA ULA UHA
Resistenza allusura e allabrasione (ISO 10545-6): ≤ 150 mm3
Resistenza alle macchie (ISO 10545-14): conforme
Resistenza al gelo (ISO 10545-12): conforme
Resistenza alla flessione (ISO 10545-4): R ≥ 45 N/mm2
Resistenza alla scivolosità (DIN 51130): R9
Resistenza agli sbalzi termici (ISO 10545-9): conforme
Resistenza al cavillo (ISO 10545-11): conforme
Resistenza alla dilatazione termica lineare (ISO 10545-8): conforme
LEED