Progetti
Mi20, stile razionalista proiettato al futuro
Francesca Gugliotta
Spazi Multipli
CERAMICA SANT'AGOSTINO
2021
Un design futuristico immerso nel bianco totale, ad interromperlo soltanto delle linee nere che solcano le diverse aree di lavoro. È il restyling della sede milanese Mi20 della società Enterprise, firmato dallo studio Spazi Multipli. Gli architetti avevano già avuto l’occasione di realizzare l’headquarter dell’azienda a Roma: “È una fatalità interessante che entrambe le sedi si confrontino con le architetture razionaliste di Marcello Piacentini”. Rapportarsi allo stile razionalista in chiave contemporanea: “Il progetto cade in una fase storica, di poco precedente alla pandemia, in cui avevamo intuito che l’Architettura dovesse affrontare la grande tematica di un nuovo design per il futuro. Abbiamo così proseguito il percorso inaugurato con la “Navicella” romana, di spazi che traessero riferimento dalle suggestioni futuristiche della letteratura fantascientifica, visto peraltro che l’azienda già nel nome Enterprise, riferibile alla navicella spaziale di Star Trek, aveva basato la sua mission sull’innovazione. Ci è sembrato suggestivo lavorare su un progetto che potesse identificare un “brand architettonico”, oltre che una struttura funzionale al lavoro e al comfort di chi l’avrebbe abitata”. Tra le aree di lavoro, spicca il volume vetrato della sala riunioni: “Come la cabina di regia di un’astronave, completamente vetrata e aperta agli spazi operativi, un volume che mantiene gli assi ruotati rispetto alla matrice ortogonale, rigidamente definita nell’architettura piacentina. Da un lato abbiamo sottolineato il carattere di area aperta al pubblico, dall’altro abbiamo ideato una schermatura con tende avvolgibili motorizzate oscuranti per garantire la privacy. Il risultato è una “teca” preziosa, dalle linee angolate e spigolose, protetta da un’intelaiatura lignea che ne accentua l’immagine, isolandola dal contesto”. All’interno della teca, il tavolo riunioni Plesyus su design originale: “Come un fossile di una bestia preistorica, dalle fattezze e dai materiali volutamente artigianali, quasi a raccontare l’anima dell’azienda, aperta al futuro, ma radicata alla storia, alla tradizione e alla cura del dettaglio del nostro made in Italy”. Se gli ambienti di lavoro sono total white, i servizi invece sono in nero: “È una scelta già del progetto romano dove, come a Milano, gli interni dei servizi ribaltano in aperto contrasto le finiture e i colori degli ambienti operativi”. Per esaltare la luminosità degli interiors bianchi, gli architetti hanno scelto la brillantezza e la trasparenza madreperlata della collezione Akoya di Ceramica Sant’Agostino nella lucente finitura Krystal, lastre in gres porcellanato caratterizzate da effetti marmo: “Le leggere venature grigio chiaro del pavimento esaltano il bianco e le trasparenze degli open space operativi e dirigenziali, donando all’architettura le variazioni quasi impercettibili del bianco ed esaltando le riflessioni delle partizioni vetrate trasparenti, in un gioco di rimandi e di specchiature cangianti”.
Ceramica Sant'Agostino, Akoya
grès porcellanato
60x120 cm
Silver
Assorbimento d’acqua (ISO 10545-3): <0,1%
Resistenza all’attacco chimico (ISO 10545-13): Min GB
Resistenza all’usura e all’abrasione (ISO 10545-6): N.A.
Resistenza alle macchie (ISO 10545-14): conforme
Resistenza al gelo (ISO 10545-12): conforme
Resistenza alla flessione (ISO 10545-4): >35 N/mm2
Resistenza agli sbalzi termici (ISO 10545-9): conforme
Resistenza al cavillo (ISO 10545-11): conforme
Resistenza alla dilatazione termica lineare (ISO 10545-8): conforme
LEED
ISO 14001