Progetti
La Ricerca fa scuola
James Gowan, Renato Restelli
COTTO D'ESTE
2006
Sul finire degli anni Ottanta, dall’incontro tra il professor Nicola Dioguardi, autorità a livello mondiale nella ricerca delle malattie del fegato, e una cordata di imprenditori, guidata dal presidente del gruppo Techint, Gianfelice Rocca, nasce l’idea di costruire a Rozzano, alle porte di Milano, un ospedale moderno ed efficiente che ponesse al centro delle proprie attività il binomio medico-paziente. Un’idea destinata a concretizzarsi negli anni successivi in quello che diventerà l’ospedale di riferimento del gruppo Humanitas, presente in Italia con altre quattro cliniche (Humanitas Gavazzeni a Bergamo, Fornaca di Sessant e Cellini a Torino e Humanitas Centro catanese d’Oncologia a Catania).
A partire dal 1989 viene avviato uno studio di progetto, affidato all’architetto scozzese James Gowan, già collaboratore di James Stirling, con cui ideò il dipartimento di Ingegneria dell’Università di Leicester, a lungo ritenuta la più originale opera costruita in Inghilterra nel secondo dopoguerra.
L’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano è oggi un policlinico ad alta specializzazione, riconosciuto come Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico). Il complesso ospedaliero sorge su una superficie di oltre 60 mila metri quadrati dedicati alle attività di ricovero e cura, circondati da 50 mila metri quadrati di parco. È formato da un edificio principale che ospita la piastra dei servizi e le degenze, dal pronto soccorso e dal Centro di ricerca, didattica e riabilitazione, sorto nel 2007.
Il Centro di ricerca e didattica, totalmente integrato con l’ospedale, accoglie in 20 mila metri quadrati ben 30 laboratori destinati a ospitare 300 ricercatori italiani e stranieri, oltre a sale congressi per 500 posti, a 14 aule didattiche per 400 studenti del Corso di laurea di Medicina e Chirurgia, Biotecnologie e Infermieristica dell’Università degli studi di Milano e a spazi di degenza per la riabilitazione.
L’aspetto architettonico del Centro – la cui progettazione è stata affidata sempre all’architetto Gowan, con Renato Restelli, Luigi Colombo e Mario Guarnaccia, mentre Ilaria Dell’Acqua e Franco Raggi si sono occupati dell’interior design – è caratterizzato dall’accostamento tra volumi semplici e netti, verticali e orizzontali, di forma e dimensioni differenti. Per il rivestimento dei prospetti è stata usata una tecnologia che riprende una soluzione semplice, efficace e collaudata: la facciata ventilata in ceramica. Rivestite in lastre di gres porcellanato Pietratech Diamondgres di Cotto d’Este, in finitura naturale rettificata, le pareti ventilate della nuova struttura non solo conferiscono al Centro un’immagine architettonica decisamente contemporanea, ma hanno assicurato anche costi di costruzione contenuti, riducendo le necessità di manutenzione e collaborando al contenimento dei consumi energetici per il riscaldamento e il raffrescamento dell’edificio. Un involucro in grado di unire, quindi, ad aspetti estetici anche valenze tecnologico-funzionali.
Cotto d'Este, Serie Pietratech Diamondgres
grès porcellanato
119x59,4x1,4
Bianco evanescente
Assorbimento dacqua (ISO 10545-3): <0,05%
Resistenza allattacco chimico (ISO 10545-13): GLA-GHA
Resistenza allusura e allabrasione (ISO 10545-6): PEI 5
Resistenza alle macchie (ISO 10545-14): conforme
Resistenza al gelo (ISO 10545-12): conforme
Resistenza alla scivolosità (DIN 51130): R10
Resistenza agli sbalzi termici (ISO 10545-9): conforme
Resistenza al cavillo (ISO 10545-11): conforme
LEED
EMAS
ISO 14001
NF UPEC