Progetti
Involucro a geometria controllata
Livio Salvadori
Antonio Citterio, Patricia Viel
MARAZZI
2017
Un’ampia zona produttiva da tempo abbandonata, l’Area Martinelli a Morbegno, alle porte della Valtellina, è stata riqualificata con un intervento a firma Antonio Citterio e Patricia Viel, in cui le nuove architetture si fondono nel tessuto storico-urbanistico-naturalistico della città.
L’area è rimasta in disuso, in attesa delle autorizzazioni per il recupero edilizio, dal 1993, anno in cui si registrava la chiusura definitiva della fabbrica G.B. Martinelli, nel tempo sinonimo di lavoro per migliaia di famiglie. Nata verso la fine dell’ottocento, la Martinelli produceva chiodi, filo spinato, letti per l’esercito e per la marina, picconi e carriole, e scandiva i ritmi della città: quando suonava la sirena, Morbegno sapeva che era mezzogiorno.
Grazie a una riorganizzazione della vasta superficie dismessa, il progetto ha consentito un sensibile miglioramento della qualità urbana, attraverso l’integrazione di funzioni carenti in città e dando nuovo impulso alle attività commerciali, in un piano integrato di intervento che prevede piazze, percorsi pubblici, aree verdi, posteggi e servizi, ed equilibrando i volumi degli spazi da destinare alle varie finalità – residenziali, commerciali, direzionali e ricettive. Strutture moderne e rispettose del contesto urbanistico cittadino e di alta qualità hanno così preso il posto di edifici fatiscenti che nel tempo ospitarono gli impianti per la lavorazione metallurgica.
A chiudere il cerchio tra progetto, piano d’intenti e dialogo con il territorio, anche la palazzina G, in cui la scelta architettonica, dalle forme pulite, moderne, neo-razionaliste, si articola in facciata attraverso un gioco di pieni e vuoti, dove semplicità compositiva e rigore formale si sposano all’insegna di una calibrata geometria compositiva.
L’utilizzo del sistema di facciata ventilata, oltre a fornire una valida soluzione tecnologica sul piano della protezione e del comportamento termico della costruzione, ne incrementa l’isolamento acustico, creando un’efficace barriera alla propagazione dei rumori all’interno dell’edificio, e contribuendo decisamente alla definizione della qualità architettonica della costruzione. In aggiunta, le strutture primarie del fabbricato si mantengono protette e asciutte, evitando il degrado e i relativi costi di manutenzione.
Il grès effetto pietra Mystone Gris Fleury di Marazzi in multiformato (20×120, 30×120, 40×120, 60×120) colore grigio, che riveste l’involucro, caratterizza fortemente l’aspetto esteriore della palazzina. La scansione ritmata delle lastre di diversi formati, posate in successioni mai ripetitive, disegna uno schema compositivo che, oltre a supportare l’impianto geometrico delle forometrie di facciata, ne semplifica la lettura formale.
L’inalterabilità cromatica, il basso assorbimento e la facilità di pulizia del grès porcellanato garantiscono, inoltre, la durata nel tempo delle caratteristiche estetiche e tecniche del paramento.
Prendendo ispirazione da una pietra di origine francese, la collezione è connotata da una leggera stonalizzazione di fondo. Le lastre Mystone Gris Fleury propongono un effetto fortemente naturale e risultano la soluzione ideale per i progettisti che desiderano riappropriarsi della tradizione nell’impiego del materiale litico in architettura, senza rinunciare alle performance tecniche del grès porcellanato, disponendo anche di grandi formati.
Marazzi, Mystone Gris Fleury
grès porcellanato
20x120, 30x120, 40x120, 60x120 cm
Grey
Assorbimento dacqua (ISO 10545-3): ≤ 0,05
Resistenza allattacco chimico (ISO 10545-13): A
Resistenza allusura e allabrasione (ISO 10545-6): 120-150
Resistenza alle macchie (ISO 10545-14): conforme
Resistenza al gelo (ISO 10545-12): conforme
Resistenza alla flessione (ISO 10545-4): conforme
Resistenza alla scivolosità (DIN 51130): R9
Resistenza agli sbalzi termici (ISO 10545-9): conforme
Resistenza al cavillo (ISO 10545-11): conforme
Resistenza alla dilatazione termica lineare (ISO 10545-8): conforme
LEED