Progetti
Forma simbolica
Mariano Amato
Mario Bellini
DAYTONA
2014
Spazio e tempo intrecciano le loro trame tra i colli e la piana di Fasano, lungo il confine dove il Salento lascia il campo alla Terra di Bari. A pochi passi dagli scavi che stanno progressivamente portando alla luce le vestigia della mitica città di Egnazia, importante insediamento lungo l’antica via Traiana, cantato da Plinio, Orazio e Strabone, sorge con la distonia insediativa di molti luoghi contemporanei il centro abitato. Ai suoi margini nord, dove le case prospettano sui primi uliveti la toponomastica sembra richiamare simbolicamente un legame tra terra e cielo, tra profano e divino, attraverso l’eterogenesi dei fini che ha visto la nuova chiesa parrocchiale sorgere in Via degli Astronauti.
L’architettura del nuovo complesso religioso, che come ci ricorda lo psicanalista svizzero Carl Gustav Jung, è il simbolo della totalità psichica, dove la nostra storia si intreccia con quella dell’umanità intera, sembra farsi carico di questa complessità cercando una sintesi non per sottrazione, ma per stratificazione.
Il risultato è un edificio dove i volumi, l’organizzazione planimetrica, le gerarchie funzionali, gli stessi elementi architettonici eseguono partiture molto differenti all’interno di uno spartito dove i gradi della scala tonale ricercano inusuali relazioni armoniche. Non di meno evidenti sono i riferimenti all’architettura del passato e al genius loci. Pensiamo ad esempio all’insolito mood compositivo del tempietto di Seppannibale (IX secolo), che sorge qualche chilometro più a nord sulla strada per Monopoli, dove l’architrave, la falda e la volta si mescolano con grande disinvoltura. L’asimmetria diventa metodo e il volume un’icona grazie ai due tamburi murari che svettano in copertura. O ancora, alla chiesa normanna di San Giovanni al Sepolcro a Brindisi, a pianta tonda con all’interno un colonnato ottagonale a sostenere la volta emergente in copertura, un insieme ispirato alla rotonda dell’Anàstasis di Gerusalemme.
Anche per il nuovo complesso parrocchiale di Fasano è il compasso a tracciare la planimetria. Ed è ancora il compasso a guidare i tratti del massiccio colonnato, dalle proporzioni arcaiche, che sostiene il porticato dei pellegrini giustapposto al portale di ingresso. La copertura, come un mantello sacerdotale, ricade a proteggere l’intera costruzione ed è a sua volta simbolicamente scandita da un semi poligono regolare a otto lati. Il volume risultante assume dunque forma preminente e simbolica, sviluppandosi a ridosso di un possente setto murario che, a modo di transetto, separa l’altare dalla navata centrale riservata ai fedeli, svettando infine a cielo aperto. Qui si conclude disegnando una doppia falda protesa verso il cielo, all’interno della quale è intagliato un oculus con crocifisso.
Particolarmente attenta la scelta dei materiali costruttivi, con l’obiettivo di coniugare esigenze statiche, tecnologie contemporanee e valori simbolici della tradizione culturale e materiale. Calcestruzzo dunque, ma anche pietra naturale in primo piano. È soprattutto però l’apparato di copertura dove il progetto si è speso con particolare carica espressiva. La struttura in legno lamellare avvolge le pareti e si fa ardita e spettacolare grazie a sette travi reticolari che spiccano da un solo punto di origine, collocato sul citato apparato murario del transetto, per irradiarsi a semicerchio attraverso tutta la navata centrale. Un effetto di notevole impatto figurativo, che trova riscontro all’esterno, dove l’insieme è interamente rivestito con lastre di gres porcellanato Ardogres (Daytona Group) nel formato 24×40, colore grigio pietra. Soluzione che ha consentito di eseguire a regola d’arte non solo i rivestimenti inclinati dell’articolato sistema di facciata e copertura, ma anche della grande volta a botte che protegge l’ingresso principale della chiesa e il pronao.
Daytona Group, Ardogres
grès porcellanato
25x40 cm
grigio pietra
Assorbimento dacqua (ISO 10545-3): <0.05%
Resistenza allattacco chimico (ISO 10545-13): conforme
Resistenza allusura e allabrasione (ISO 10545-6): 140 mm3
Resistenza alle macchie (ISO 10545-14): conforme
Resistenza al gelo (ISO 10545-12): conforme
Resistenza alla flessione (ISO 10545-4): 52.5 N/mm2
Resistenza alla scivolosità (DIN 51130): conforme
Resistenza agli sbalzi termici (ISO 10545-9): conforme
Resistenza al cavillo (ISO 10545-11): conforme
Resistenza alla dilatazione termica lineare (ISO 10545-8): conforme