Conversazione con la natura

Siamo a circa sessanta chilometri a Nord Est di Città del Capo, in Sud Africa: la città si chiama Paarl, che in olandese significa “perla”. Si racconta che il nome di questa ex colonia olandese derivi da tre caratteristiche formazioni rocciose che dominano il centro urbano da una vicina collina: furono, infatti, viste brillare come perle alla luce del sole dopo un temporale dal primo esploratore olandese, Abraham Gabemma, nel lontano 1657.
Oggi Paarl è una città ridente, verdissima, ricca di giardini, che gode di un piacevole clima mediterraneo. Ma soprattutto la città sudafricana è vincente dal punto di vista della sostenibilità perché ha saputo dare vita a un equilibrato rapporto con la natura (quella fertilissima vallata che sin dalla sua origine ne ha decretato fortuna e successo), promuovendo progetti ‘green’ e diventando terreno di sperimentazione per nuove forme di abitare responsabile ed ecologico. Ne sono testimonianza le numerose realizzazioni del giovane architetto sudafricano Louis Phillips (condivide con il padre Lammie un importante studio di progettazione proprio a Paarl): ultima in ordine di tempo, la residenza privata di “Pearl Valley Golf Estate”, che si inserisce armonicamente e senza soluzione di continuità nel paesaggio circostante (campi di golf compresi).
Progettata per ricercare costantemente il dialogo con la natura, la villa si apre all’esterno con ampie vetrate che correndo lungo tutto il perimetro e su entrambi i livelli di sviluppo, regalano all’edificio una singolare sensazione di trasparenza e comunione con la natura.
La pianta a ferro di cavallo disegna una corte interna, tranquilla e riparata, ideale per accogliere la piscina dalla forma allungata. Attorno al patio, una sorta di veranda ospita le zone-giorno principali: la cucina, caratterizzata da un’isola centrale extra large; la sala da pranzo, anch’essa generosa nelle dimensioni; l’angolo conversazione, punteggiato da divani e sedute, raccolte intorno a un camino dal taglio contemporaneo. Sempre e dovunque è il paesaggio l’indiscusso protagonista: porte e pannelli di vetro scorrevoli aprono gli spazi (anche al piano superiore dove si sviluppa l’area notte), creando un equilibrato rapporto fra il dentro e il fuori.
Complici anche le scelte materiche adottate dal progettista. A partire dall’uso del rivestimento ceramico (si tratta delle piastrelle ‘Marte’ di Casalgrande Padana) che diventa il ‘trait d’union’ fra gli spazi interni ed esterni: il grès porcellanato, infatti, si trasforma nell’elemento che dà carattere e unità a tutto il progetto pur nella differenziazione funzionale delle applicazioni. Per la pavimentazione esterna, infatti, la scelta è caduta sulla finitura ‘bocciardata’ dalla chiara tonalità lunare, che converge anche nello specchio d’acqua centrale; finitura ‘levigata’ e colore scuro, invece, per gli ambienti interni, resi omogenei dalla scelta di un maxi formato. E la singolare valorizzazione dell’elemento-ceramica all’interno del progetto ha fatto conquistare all’architetto sudafricano il terzo premio nel concorso internazionale di architettura ‘Grand Prix’ 2010-2012 promosso da Casalgrande Padana per segnalare progetti innovativi nei diversi campi d’intervento edilizio.
“La scelta di un materiale ceramico come il gres porcellanato”, ha spiegato il progettista, ” è stata dettata da vari fattori: qualità e sostenibilità dei materiali utilizzati; versatilità del prodotto, che può essere usato sia all’interno sia all’esterno senza soluzione di continuità; ricchezza del corredo dei pezzi di finitura, come fasce, battiscopa e gradini; disponibilità di formati extra large facilmente adattabili a usi diversi; ampia gamma di finiture per usi funzionali differenti”.
Insomma una combinazione vincente di design, innovazione tecnologica e caratteristiche eco friendly che hanno pienamente soddisfatto le esigenze di progetto e l’urgenza delle tematiche ambientali.