Chiare, morbide, atmosfere essenziali

Un unico colore chiaro e caldo dei materiali e un’atmosfera luminosa e avvolgente. Varcata la porta d’ingresso, il centro odontoiatrico San Lorenzo, a Mandello del Lario in provincia di Lecco, scopre la sua identità. Il progetto di Enrico Curti, come richiesto dal committente, ha inteso creare un luogo di lavoro efficiente nella sua funzionalità, al servizio medico dei pazienti con 3 sale operative di dimensioni e utilizzo diversi, e modulato per l’impiego di quattro o cinque persone. Oltre a riflettere «una qualità estetica adeguata alla professionalità della clinica, fortemente qualificata e presente da tempo sul territorio», aggiunge l’architetto Curti. L’intervento progettuale, nato dalla ristrutturazione di un ex spazio commerciale, ha previsto l’abbattimento dei muri divisori interni e «ha cercato di sviluppare gli spazi delle sale operative attorno alla camera di sterilizzazione, nucleo centrale e cuore nevralgico della struttura, e all’atrio di accesso agli ambienti di lavoro», racconta Curti. L’organizzazione distributiva non è risultata, però, così immediata per via di alcune criticità, rappresentate dalla pianta di soli 103 m2 di superficie e da un elemento strutturale posto proprio sull’asse centrale. Lo studio del layout, per soddisfare le esigenze connesse all’attività del centro, è stato complesso e, solo dopo varie prove di suddivisione degli spazi, si è pervenuti al disegno geometrico risolutivo che sfrutta la dimensione longitudinale della superficie, divisa in tre parti. Una fascia laterale è occupata dai tre ambulatori, sulla direttrice centrale si collocano gli spazi distributivi mentre l’altra sezione è dedicata alle aree accessorie, alla sala d’attesa e all’ufficio amministrativo. «Si poteva incorrere in una spazialità labirintica, risolta, invece, con una circolarità di percorsi funzionale ai diversi utenti e agli ambienti operativi», prosegue il progettista. Per questo le pareti divisorie, fra l’atrio e le sale, seguono un profilo curvilineo, fluido, che non solo caratterizza lo spazio, ma aggiunge dinamicità alla visione prospettica e invita all’accoglienza. L’atmosfera è rilassante, come richiede la tipologia di realizzazione, grazie anche alla scelta monocromatica, chiara, che definisce i materiali. Questi «sono pochi ed essenziali: smalto lucido per le pareti in cartongesso e ceramica per i pavimenti, fondamentale per qualificare tutto l’ambiente dal punto di vista estetico e da quello geometrico», specifica l’architetto. Per rivestire le superfici a pavimento degli ambienti interni sono state scelte le grandi lastre ceramiche sottili della collezione Zero.3 Trilogy – Onyx Light Lux nel formato 100×300 cm di Panaria Ceramica, che interpreta un marmo classico che realizza «una tessitura regolare e un fondo cromatico luminoso ma morbido all’aspetto, in risposta alle esigenze decorative e a quelle di carattere psicologico associate a uno spazio medicale di questo tipo», spiega Curti. In particolare, poi, Zero.3 Trilogy appartiene alla linea antibatterica Protect, una gamma di prodotti Panariagroup che nascono con uno scudo antibatterico, sviluppato con Microban® e integrato già in fase di cottura per eliminare i batteri in maniera durevole dalle superfici in modo pressoché totale, elemento fondamentale per le necessità della clinica.
Le lastre scelte, Trilogy di Panaria, interpretano un marmo classico, nel colore Onyx Light, realizzando «una tessitura regolare e un fondo cromatico luminoso ma morbido all’aspetto, in risposta alle esigenze decorative e a quelle di carattere psicologico associate a uno spazio medicale di questo tipo», spiega Curti. In particolare, poi, la serie ceramica appartiene alla linea antibatterica Protect, sottoposta a un trattamento sviluppato con Microban® per eliminare quasi totalmente i batteri dalla superficie, ideale per le necessità della clinica.
Gli interni sono luminosi, con un sistema di luci a parete e a soffitto graduata nell’intensità secondo le attività di lavoro, i mobili laccati e le attrezzature mediche in metallo cromato e pelle. «Tutto concorre a definire l’essenzialità del progetto, nella ricerca di una misura dimensionale, geometrica, cromatica, materica, depurata da qualsiasi inutilità o esibizionismo formale» sintetizza l’architetto Curti.