Progetti
Architettura dei linguaggi
Virginio Briatore
Matteo Serri
Pierre-Yves Rochon
LEA
Charles Flaujac
2008
I sociolinguisti dicono che fra una ventina d’anni resteranno valide e internazionalmente riconosciute non più di trenta lingue. L’inglese sarà la lingua degli affari e della tecnologia, molti parleranno spagnolo, cinese, arabo. Le lingue minori si ritaglieranno dei valori culturali, per cui dicono che nel canto e negli stili di vita ci sarà la presenza dell’italiano, così come il mondo dei beni di lusso e dell’hôtellerie continuerà ad esprimersi in francese.
Il Monte Carlo Bay Hotel & Resort è un esempio dei linguaggi dominanti: architettura neoclassica fastosa tipica dei Paesi anglo-americani, ispirata però alla Belle Epoque, allure internazionale, decoration française ma design degli interni classico-moderno, a tratti minimalista, con forte influenza italiana, marcata dai pavimenti in grès porcellanato di Lea Ceramiche e dalla seduta Tatlin, prodotta da Edra, che troneggia nella fuga prospettica del corridoio.
Questa sintesi di stili si deve all’eclettismo di un bretone francese, l’architetto Pierre-Yves Rochon, che, cresciuto in un milieux internazionale, da ragazzo ha vissuto in diversi Paesi. Prima di aprire il proprio atelier ha lavorato presso alcuni grandi studi di decorazione contemporanea, imparando tutta la scala degli stili: dal classico al futuribile. L’ambito in cui ha poi saputo esprimersi è quello della grande hôtellerie e attualmente il suo studio è forse il più importante al mondo nel settore, con decine di grandi progetti realizzati o in cantiere.
In origine riservati a pochi, i Grand Hotel si sono gradualmente estesi ed oggi offrono a molti la possibilità di sperimentare un ambiente di lusso, di provare per pochi giorni la varietà degli arredi, delle luci, delle rifiniture.
Il Monte Carlo Bay Hotel & Resort sorge su una verde penisola, con un giardino di quattro ettari, una piscina-laguna esterna, una interna riscaldata, un fitness center e la spa, quattro ristoranti, il pub panoramico e un casinò interno.
Le 334 camere, tra cui stanze esclusive e suite con Hammam privato, e i corridoi, che disegnano il percorso tra le camere, sono rivestite con un materiale ceramico di ispirazione naturalista, denominato Stonehenge, qui prescelto nella tonalità Savanna. Il fatto che la ceramica tragga ispirazione dal materiale lapideo, qui ispirandosi alla pietra liscia e scura con barbagli verdastri, e che venga di conseguenza scelta per essere inserita in un ambiente artificiale, ma aperto sul mare e sulla vegetazione mediterranea, è un altro dei registri linguistici con cui si scrive l’architettura contemporanea. Una scelta condivisa dai vari partner del progetto e sostenuta da una suite pilota che il pubblico ha testimoniato di gradire in modo evidente. Grazie quindi a una presenza forte ma non chiassosa, che i ricercatori definiscono techno-natural, il materiale ceramico riesce a dialogare con il sistema degli arredi, dei decori e dell’illuminazione d’interni, coniugando un’estetica riconosciuta dalla memoria con i vantaggi di un materiale performante.
Lea Ceramiche, Serie Stonehenge, Art. Savanna
grès porcellanato
60x60 cm
Resistenza allattacco chimico (ISO 10545-13): garantita
Resistenza allusura e allabrasione (ISO 10545-6): ≤145 mm3
Resistenza alle macchie (ISO 10545-14): conforme
Resistenza alla flessione (ISO 10545-4): ≥50 N/mm2