Progetti
Affermarsi con rispetto
Alfredo Zappa
Mirco Pasqualini
SWA architecture
Ideal Tile of Brooklyn
FLORIM
Porcelain Source
2018
Come rifletteva Anassimandro da Mileto, qualcosa come 26 secoli fa: “Le cose si trasformano l’una nell’altra secondo necessità e si rendono giustizia secondo l’ordine del tempo”. La citazione non è fuori luogo, osservando le immagini del recentissimo edificio progettato da SWA architecture al 132-136 di West Houston Street – Lower Manhattan, in quel di New York city.
Stretta tra le basse costruzioni in mattoni a vista e intonaco di un’area storica della grande metropoli, a cerniera tra Soho e il mitico Greenwich Village, la nuova architettura sembra voler affermare il suo registro, ma al tempo stesso cogliere la qualità figurativa di luoghi che ai più evocano vissuti emozionali, quali la rassicurante celluloide di “Barefoot in the park” della struggente coppia Redford-Fonda o lo stringersi infreddoliti tra queste case del giovanissimo menestrello di Duluth con Suze Rotolo, così come la foto di Don Huntstein ha reso alla storia nella copertina dell’indimenticabile album “The Freewheelin’ Bob Dylan”.
La qualità dell’operazione è ancor meglio apprezzabile per la misura e l’understatement attraverso la quale il nuovo si fa spazio e, non secondariamente, per la capacità di affrancarsi da qualsiasi pastiche postmoderno che ne avrebbe negato qualsiasi possibilità di giustizia secondo l’ordine del tempo.
In estrema sintesi: un edificio di otto piani, in posizione strategica a soli tre isolati da Washington Square Park, circondato da una serie di club, caffé e ristoranti alla moda. Il quartiere dello shopping di Soho è a meno di 5 minuti, così come numerosi teatri e gallerie d’arte. Il programma, a destinazione mista, unisce ad alcuni ambiti commerciali sei appartamenti particolarmente curati, sia a livello di organizzazione spaziale che di finiture.
Basata sul concetto distributivo dell’open space per le zone giorno, ogni unità residenziale prevede tre camere da letto con relativi servizi, forniture e dotazioni tecnologiche di elevato standard, terrazzi e grandi superfici vetrate a tutta altezza capaci di coniugare una esclusiva domesticità a scorci spettacolari sul vivace intorno urbano e i vicini MacDougal-Sullivan Garden.
In questo quadro il ricorso estensivo alla ceramica italiana ha rappresentato una sorta di manifesto applicativo dei più diversi campi d’impiego di questi prodotti, attraverso una palette materica, cromatica e di formati di posa capace di donare valore aggiunto all’architettura e al tempo stesso assicurare elevati livelli di sostenibilità attraverso i crediti Leed.
Protagoniste sia negli spazi interni, sia nei rivestimenti esterni e dell’involucro (facciata ventilata, terrazze, attico e giardino) sono le numerose collezioni di diversi marchi made in Florim, alle quali lo studio newyorkese SWA architecture ha fatto ricorso per comporre il suo palinsesto. Le superfici scelte riflettono perfettamente lo stile del contesto urbano in cui sono inserite: eclettico per spazi comuni e minimale per gli ambienti domestici. I materiali scelti per il progetto, con focus sulle grandi lastre, spaziano dal brand Casa dolce casa – Casamood (serie Wooden Tile) a Floor Gres (serie B&W, Industrial e Styletech), da CEDIT – Ceramiche d’Italia (Matrice) a Rex (I Classici).
Per i suoi elevati contenuti, il progetto 132-136 West Houston Street è stato insignito del primo premio nella categoria residenziale nell’ambito del “Ceramics of Italy Tile Competition Award 2019′”, il riconoscimento annuale che premia l’uso innovativo di piastrelle italiane nell’architettura e nel design del Nord America.
Florim
grès porcellanato
vari
Rivestimento esterno: serie Matrice (CEDIT - Ceramiche d'Italia) e B&W (Floor Gres)
Lobby: serie I Classici (Rex)
Bagni, cucine, spazi giorno e corridoi: serie Wooden Tile (Casa dolce casa - Casamood) e I Classici (Rex)
Terrazze: serie Industrial (Floor Gres)