Acqua di montagna

Bisogna indagare l’inaspettato per comprendere le scelte che hanno guidato la realizzazione di questo ambizioso progetto architettonico, sviluppato sul duplice registro della spettacolarità e della singolarità nelle modalità di porgere un esclusivo cocktail tra ambiente naturale e i più sofisticati standard dell’ospitalità alberghiera contemporanea.
Siamo in Val Pusteria a Valdaora. Lo sguardo si sazia con lo skyline delle Dolomiti e del Gruppo delle vedrette di Ries, mentre alle nostre spalle si erge Plan de Corones, dove, a quota 2275, Reinhold Messner ha coinvolto Zaha Hadid per realizzare l’iconico Messner Mountain Museum dedicato all’alpinismo tradizionale.
Fino dagli anni ’60 l’Hotel Hubertus ha rappresentato un punto di sicuro approdo per gli innamorati della montagna e oggi, dopo la radicale ristrutturazione e ampliamento progettato dallo studio NOA Network of Architecture con sedi a Bolzano e Berlino, riafferma con forza il suo protagonismo. In questo senso il contributo dello studio è stato determinante. Non a caso NOA è stato insignito del primo premio nella categoria “Edilizia pubblica e dei servizi” nell’ambito della XI edizione del Concorso internazionale di architettura Grand Prix – Casalgrande Padana.
Noa “indaga contro la noia dell’architettura” attraverso “una concezione radicale del legame fra tempo e spazio”. Un lavoro condotto “come soluzione multidisciplinare contestualmente ispirato da diverse sperimentazioni”. Come spiega Lukas Rungger (fondatore con Stefan Rier del sodalizio): “Ci vediamo un po’ come un laboratorio aperto a collaborazioni, mossi da sperimentazioni e curiosità. Naturalmente incontriamo delle difficoltà, ma proviamo con tutta la nostra forza a combatterle, risolverle e ridefinirle”.
La sfida progettuale per l’Hubertus ne è eloquente testimonianza, sia dal punto di vista espressivo che delle soluzioni tecnologiche. Il preesistente hotel è stato trasformato e integrato da una nuova ala che comprende 16 suites, un’area fitness e relax dotata di Spa e grandi terrazze panoramiche, a formare un sistema integrato di ben 6 piscine tra interne e all’aperto. A completamento la nuova hall-reception, salotti, Stube, le nuove cucine a servizio di differenti ristoranti e una moderna cantina vini. Nell’ambito delle finiture, largo impiego di materiali naturali quali il legno, accanto ai quali un ruolo da protagonista è assunto dalle lastre ceramiche in gres porcellanato della collezione Amazzonia di Casalgrande Padana, nelle cromie Dragon Green e Dragon Black.
L’articolato complesso sposa la topografia del sito e le sue curve di livello, attraverso lo sviluppo organico del profilo di facciata che metabolizza figurativamente il vecchio e il nuovo corpo di fabbrica, orchestrando un involucro dove alla verticalità dei tronchi di larice che ritmano la figura si contrappone il sinuoso andamento orizzontale dei loggiati.
Sopra ogni cosa, come un punto esclamativo infisso nell’architettura, come un trampolino proiettato nel vuoto dal quale possiamo aprire le ali per il nostro folle volo, la spettacolare piscina di 25 metri per 5 di larghezza che si libra nel paesaggio a un’altezza di ben 12 metri con uno sbalzo di 17, interamente rivestita con lastre di gres porcellanato Casalgrande Padana, della collezione Amazzonia colore Dragon Black. Una vertigine liquida esaltata dai bordi a sfioramento, da un frontale immateriale costituito da una lastra di cristallo e da un oblò rettangolare praticato sul fondo, che rimandano a una poetica immensità dove è dolce naufragare.