Tecnica
Pavimentazioni e resistenza allo scivolamento | di Barbara Mazzanti e Leonardo Sanseverino (Centro Ceramico)
In fase di progettazione, realizzazione e manutenzione di pavimentazioni pedonabili, una delle caratteristiche fondamentali è la resistenza allo scivolamento della superficie. Questo parametro è importante non solo per i progettisti e i produttori di materiali da rivestimento, ma anche per gli utilizzatori della pavimentazione, sia che questa sia posta in ambienti di tipo residenziale, pubblici e privati, sia in ambienti destinati ad attività industriali.
I materiali per progettare una pavimentazione devono essere scelti tenendo in considerazione l’ambiente di destinazione, il rischio associato alle particolari condizioni di utilizzo, i requisiti previsti dalle leggi vigenti e le normative applicate nel paese di installazione. Inoltre, si deve tener presente che numerosi sono i fattori che influenzano il moto relativo tra due superfici a contatto (es. pavimentazione e suola della scarpa/piede nudo, area, forma/profilo, composizione dei materiali a contatto, velocità di deambulazione, condizioni atmosferiche, presenza di contaminanti, etc.).
In Italia, il Decreto Ministeriale D.M. 236/89 stabilisce che, negli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, i pavimenti “… nelle parti comuni e di uso pubblico, siano “non sdrucciolevoli”, ossia realizzati con materiali il cui coefficiente di attrito dinamico, misurato con il tribometro Tortus seguendo il metodo della British Ceramic Research Association Ltd. (B.C.R.A.) Rep. CEC. 6/81, sia superiore ai seguenti valori:
– 0,40 utilizzando cuoio come elemento scivolante su pavimentazione asciutta;
– 0,40 utilizzando gomma dura standard come elemento scivolante su pavimentazione bagnata.
In Germania, l’Associazione Federale tedesca contro gli infortuni (DGUV) regolamenta il grado di scivolosità per le diverse destinazione d’uso: le pavimentazioni bagnate soggette a calpestio a piedi nudi (es. saune, piscine, etc.) sono disciplinate da DGUV 207-006 e le pavimentazioni per ambienti e aree di lavoro dal DGUV Regel 108-003. Il metodo di prova è una rampa in cui viene determinato l’angolo di inclinazione al quale l’operatore non è più in grado di deambulare senza cadere. Le condizioni operative sono le seguenti:
• per materiali da pavimentazione per ambienti solitamente calpestabili a piedi nudi (es. saune, piscine, etc.): operatore a piede nudo con superficie da testare bagnata con acqua + agente bagnante neutro. La norma di riferimento è la DIN 51097 che definisce 3 gruppi di resistenza allo scivolamento: A, B, C (Tabella 1).
• per materiali da pavimentazione per ambienti di lavoro e zone di transito industriali: operatore che indossa scarpe normate con superficie da testare bagnata con olio. La norma di riferimento è la DIN 51130 che definisce 5 classi, da R9 a R13 (Tabella 2).
In Francia, la norma NF P05-011 “Revêtements de sol – Classement des locaux en fonction de leur résistance à la glissance”, approvata nel 2019, riporta una tipologia di classificazione dei locali analoga a quella tedesca, con la classificazione dei materiali da pavimentazione mediante il metodo della rampa a piedi nudi e a piedi calzati (CEN/TS 16165 ANNEX A, ANNEX B), in 4 e 5 classi rispettivamente (PN6-PN24; PC6-PC35).
In Spagna è in vigore il “DOCUMENTO BÁSICO SUA” del 2019, un documento per la sicurezza degli edifici che stabilisce requisiti per le pavimentazioni in funzione di diversi rischi, compreso quello di cadute. Per classificare i materiali si eseguono misure di scivolosità con il metodo di prova indicato nella UNE ENV 12633 (ritirata, ma ancora riferimento in quanto citata dal Documento Basico), che prevede l’utilizzo del pendolo; la classificazione prevede 4 classi (0-3), attribuite alle pavimentazioni in relazione alle destinazioni d’uso ed al rischio ad esse correlato.
Le piastrelle di ceramica, quando usate come materiale da pavimentazione, dichiarano la loro resistenza allo scivolamento ai fini della marcatura CE, in accordo con l’allegato ZA (tabella ZA.1.1) della norma EN 14411 Ceramic tiles – Definition, classification, characteristics, assessment and verification of constancy of performance and marking. Per la marcatura CE il valore deve essere dichiarato utilizzando uno dei metodi di prova riportati nella Technical Specification CEN/TS 16165 (rampa, pendolo e tribometro generico) a meno che un diverso metodo non sia richiesto per legge nel paese europeo in cui il materiale è commercializzato. Il comitato tecnico CEN/TC 339 “Slip resistance of pedestrian surfaces – Methods of evaluation” ha di recente cominciato i lavori per sviluppare una norma europea condivisa sulla base del CEN/TS 16165.
Oltre ai metodi di prova previsti dalla normativa è possibile effettuare lo studio della superficie e della sua tessitura mediante profilometria ottica, misurando parametri quali l’altezza del profilo (Rz), la frequenza e pendenza dei picchi (Rsm e Rdq), il nucleo di rugosità (Pk). Questa tecnica rappresenta un approccio innovativo estremamente utile per realizzare prodotti ad elevata resistenza allo scivolamento partendo dalla fase di progettazione.
La vasta gamma di formati e spessori delle piastrelle ceramiche favorisce il loro uso anche in ambienti esterni e le diverse finiture superficiali le rendono idonee a molteplici applicazioni, dai bordi piscina ai camminamenti per il giardino, permettendo una continuità stilistica tra ambienti indoor e outdoor. Destinazioni d’uso così varie sono possibili in quanto le piastrelle di ceramica sono in grado di coprire tutte le classi di resistenza allo scivolamento (ad esempio da R9 a R13 secondo DIN 51130), a differenza di altri materiali competitors che si limitano ad applicazioni in ambienti interni e/o a resistenze allo scivolamento limitate.
Maggio 2020