Cala la produzione mondiale, ma l’Europa si difende | di Giorgio Costa

Si è chiuso un anno difficile per la ceramica italiana che, sulla scia del mercato mondiale, arretra ma non crolla: mantiene un valore di oltre il 50% delle vendite in Europa occidentale e si presenta combattiva e pronta alla sfida del 2021.
I dati elaborati da Prometeia per l’Osservatorio previsionale per l’industria mondiale delle piastrelle in ceramica di dicembre 2020 parlano chiaro: in un mercato che nel 2020 ha perso l’8,7% della produzione fermandosi a quota 11.349 milioni di metri quadrati, l’Italia, tra i primi cinque produttori mondiali, è quella che ha perso di più flettendo del 18%, che si confronta con il -12,6% dell’India, il -9% del Brasile, il -8,4% della Cina e il 4,9% della vicina Spagna. La dinamica della produzione rispecchia (anche) l’effetto dei lockdown produttivi di maggio, più estesi in Italia (5 settimane), più ridotti in Spagna (2 settimane) ed assenti in Turchia. In Spagna e Italia le perdite del secondo trimestre erano state in larga parte assorbite già in luglio e dopo il boom di agosto (mantenimento a regime degli impianti nel mese normalmente caratterizzato da minore attività produttiva) in settembre l’indice di produzione si è “normalizzato” su livelli simili a quelli del 2019. Questo dato, letto sul versante vendite a fine anno, registra per l’Italia un -4%.

 

L’impatto sul commercio mondiale

andamento mercato mondiale piastrelle di ceramicaVisto dal lato del commercio mondiale, il calo produttivo ha determinato una frenata degli scambi del 5,8% e un calo generalizzato tra gli acquisti dei Paesi importatori (Usa -8,4%, Francia -2,3%) con la sola eccezione della Germania, che ha fatto registrare una crescita del 9,4% dei propri acquisti sul mercato mondiale della piastrella. Una contrazione dei consumi rilevante si è fatta registrare nel Far East, che vale il 24,6% dei consumi mondiali e ha lasciato sul terreno 648 milioni di metri quadrati di piastrelle (-8,6%). La flessione è in linea con gli investimenti in edilizia residenziale che hanno fatto registrare il profondo rosso della Francia (-13,8%) e dell’Italia (-9,2%) – con consumi di piastrelle diminuiti rispettivamente del 3,4 e del 11,7% – e la crescita di Usa (+3,7% a cui fa però da contraltare un calo della piastrella del 5,6%) e della Germania, che ha fatto segnare un +2,8% di investimenti e un incremento ancora più significativo dei consumi di piastrelle (+10,8%), oltre a un parallelo aumento delle importazioni dall’Italia. Sia in Francia che in Germania il mercato delle piastrelle è risultato assai più dinamico di quello delle costruzioni, segno dell’apprezzamento crescente del materiale ceramico.

 

I numeri dell’Italia

Tornando all’Italia le vendite complessive nel 2020 si sono attestate a 390,6 milioni di metri quadrati di superfici ceramiche, un dato in calo del 4% ma che è decisamente migliore del -16,8% registrato a maggio. E se la situazione è stata negativa, ma non da profondo rosso, è avvenuto grazie alla dinamica dell’export che è stata negativa dell’1,9% (contro una previsione a -14,1%) con una perdita di “soli” 6,2 milioni di metri quadrati di piastrelle, grazie alla dinamica del terzo e del quarto trimestre dell’anno che è riuscita a compensare le negatività del secondo (-19,6%). È il caso di osservare come sia stato proprio il mercato tedesco a “salvare” il 2020 della ceramica italiana; senza di esso l’export sarebbe calato il doppio di quanto poi realmente accaduto. Resta il fatto che l’Italia si porta a casa una quota del 12% del commercio mondiale saldamente in mano alla Cina (22,6%) ma ben presidiato da Spagna e India (15,7%) che continuano a fare meglio dell’Italia.

 

Livelli pre-Covid nel 2022

Complessivamente i livelli pre-Covid verranno recuperati nel 2022 al traino della crescita degli investimenti in costruzioni, con vendite in ripresa su quasi tutti i mercati. Per quel che riguarda in particolare l’Italia, il Superbonus del 110% potrebbe contribuire per 1,6 milioni di metri quadrati di vendite nazionali aggiuntive rispetto ai 10,8 previsti. Una crisi, quella da Covid, che nel biennio 20-21 ha fatto perdere al mercato 2,2 miliardi di metri quadrati di potenziali consumi, equivalenti alla metà dei consumi cinesi annuali; rapportati all’Italia, significa aver bruciato sull’altare del Covid 32 milioni di metri quadrati di vendite potenziali tra interne ed estere, un valore equivalente all’intero consumo di un paese come la Grecia.
Interessante vedere ora la dinamica della domanda di piastrelle nel mondo.

 

Europa Occidentale

esportazioni piastrelle di ceramicaIn Europa Occidentale nella prima metà del 2020 l’emergenza sanitaria ha provocato la chiusura generalizzata dei cantieri e limitato il rilascio delle concessioni edilizie, così da determinare in media d’anno una marcata flessione degli investimenti in costruzioni, stima diffusa a tutti i comparti di attività, anche se più pronunciata per l’edilizia residenziale. Il risultato complessivo, tuttavia, sottende andamenti significativamente diversi nei principali paesi dell’area, che vanno da una profonda contrazione degli investimenti in Spagna, Regno Unito e Francia ad un loro incremento in Germania. La fase espansiva dell’edilizia tedesca è attesa proseguire nel 2021-2022, anche se a ritmi più moderati; si prospetta, inoltre, il ritorno ad una dinamica positiva degli investimenti in costruzioni in Spagna, Regno Unito e Francia. Nel 2021 il consumo di piastrelle nell’area aumenterà del 4,8% così che le esportazioni potranno salire del 3,1% e la quota di mercato tricolore issarsi al 34,1% (contro il 33% del 2018).

 

Italia

Diversamente da quanto accaduto dopo la crisi del 2018, complici anche le politiche espansive varate dal Governo, ad esempio il bonus 110%, già dal 2021 (Pil stimato a +5%) ci si attende una ripresa degli investimenti in edilizia residenziale e dei consumi di piastrelle a beneficio tanto dei produttori nazionali (che potranno incrementare le vendite di circa 8 milioni di metri quadrati di piastrelle) quanto di quelli esteri. Nonostante un rallentamento ipotizzabile per il 2022, a fine anno le vendite italiane sul mercato interno avranno superato quelle del 2019.

 

Spagna

Il mercato della ceramica in Spagna ha scontato gli effetti della caduta a doppia cifra degli investimenti in edilizia residenziale. La caduta ha avuto un impatto negativo sui flussi dall’Italia ripiegati di oltre 0,5 milioni di metri quadrati nel 2020. Ma la ripresa prevista (Pil a +6,6% nel corso del 2021 e consumo di piastrelle a 151 milioni di mq, in crescita dell’8,6%) porterà l’Italia a fine 2022 a recuperare gli spazi persi nel 2020.

 

Francia

Il mercato delle ristrutturazioni ha sostenuto la domanda di piastrelle (calo dei consumi contenuto al 3,4% nel 2020) compensando i vistosi cali del mercato del nuovo. Il rimbalzo del Pil (+7,3% nel 2021) porterà a una forte crescita degli investimenti in costruzioni (+14,1%) facendo così salire il consumo di piastrelle del 2,5%. Ne beneficeranno anche le esportazioni italiane, viste in crescita del 3,3%.

 

Germania

Nonostante l’andamento recessivo nel 2020 (Pil a -6%) gli investimenti in edilizia sono stimati in territorio positivo (+2,5%) e consumi di piastrelle in frazionale aumento. Una dinamica che avvantaggerà le esportazioni italiane stimate nel 2020 a quota 59,9 milioni, in crescita del 10,1%; dati migliori nel 2021, con vendite per 62,3 milioni in crescita del 4%.

 

Regno Unito

La caduta del Pil nel 2020 è stimata al 12,5% con investimenti in edilizia in forte contrazione (-13,4%) ed export italiano di piastrelle in frenata del 17,8% (ma con soli 8,1 milioni di metri quadrati venduti, meno di un settimo di quelli ceduti alla Germania). Più incoraggianti le attese per il biennio 2021-2022, con Pil in ripresa e le importazioni dall’Italia (ma anche dalla Spagna) stazionarie se non in lievissima flessione.

 

Austria

Insieme a quello tedesco, il mercato austriaco si conferma come solida destinazione per le imprese italiane produttrici di piastrelle. Il Pil 2021 sarà in terreno positivo per il 5,3% e gli investimenti in costruzioni saliranno del 2,6%. In questo contesto il consumo di piastrelle si attesterà a quota 22,1 milioni di mq e le esportazioni italiane lo copriranno per oltre il 50% a quota 12,7 milioni, con una crescita percentuale dell’1,6%. Nel 2022 le vendite sfioreranno i 13 milioni di mq, un livello che non si osservava dai primissimi anni 2000.

 

Russia

Gli effetti diretti e indiretti della pandemia (tra cui il crollo del prezzo del petrolio) hanno determinato una brusca caduta del Pil nel 2020 (-6,25%) con parallela diminuzione degli investimenti in costruzioni. È conseguentemente diminuito il consumo di piastrelle (-6,6%) e le imprese italiane stanno faticando molto a penetrare il mercato, stante una vendita di 1,8 milioni di mq. Non sono attesi sviluppi positivi per l’Italia anche nel prossimo biennio, vista la concorrenza portata avanti dall’India e dai competitor attivi in Europa Orientale.

 

Stati Uniti

Nonostante l’espansione dell’edilizia residenziale (+3,7%), si configura un 2020 negativo per la piastrella con un calo dei mq venduti pari al 5,6%. Grazie anche alle tariffe sull’importazione di materiali dalla Cina, la piastrella nel 2021 è attesa in buon recupero e dovrebbero avvantaggiarsene anche le esportazioni italiane (33,6 milioni, in crescita del 3,2%).

 

Aggregato del Golfo

Tra Arabia Saudita, Iran ed Emirati Arabi il taglio alla produzione del greggio ha fatto diminuire il Pil 2020 (-3,7%) e di conseguenza gli investimenti in costruzioni (-7,3%). L’outlook si presenta più favorevole per il 2021-2022, con le costruzioni in crescita di oltre il 3% ma con spazi in ripresa anche per le piastrelle italiane (+6,9% nel 2021 dopo il – 10% del 2020) a quota 8,6 milioni su un totale consumato di circa 760 milioni di metri quadrati.

 

 

Marzo 2021