Scenari di design, soluzioni per la “nuova normalità” | di Valentina Poli

La pandemia di Covid 19 e le relative misure di prevenzione e di contrasto hanno cambiato in profondità comportamenti e modo di vivere, a partire dall’obbligo che ha relegato parte rilevante della popolazione a rimanere in casa. Ciò ha influenzato il modo in cui ha vissuto gli spazi domestici, diventati una sorta di laboratorio, e la dislocazione degli spazi e delle funzioni ad essi tradizionalmente assegnati.

Il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano ha sottoposto a questionario 337 persone (290 residenti in Italia, 47 in altre parti del mondo), analizzando i loro desideri e bisogni, e ha costruito sette possibili scenari di design per il futuro delle case in epoca post-Covid-19, individuando anche nuove opportunità per i designer (Fonte: Casa chiama Mondo. Scenari di progetto per la casa post pandemiaCreative Industries Lab, Design Department, Politecnico di Milano). Si parla principalmente di un contesto domestico, in quanto il 75,6% delle persone durante la quarantena ha lavorato da casa e ha trascorso quasi la totalità del suo tempo all’interno della propria abitazione.

Working from home as normal. Adattare gli spazi, gli arredi, le luci per poter affrontare la nuova richiesta. La paura di non avere un luogo idoneo a lavorare da casa porta a soluzioni progettuali per la divisione dello spazio, quali per esempio isole di lavoro modulari.

– Practical activities. In casa il 33% delle persone ha trascorso più tempo svolgendo i propri hobbies: il 34% in attività legate al cibo, il 7,4% al giardinaggio e il 2% alla manutenzione e al riordino della casa.

 

 

Questo porta a creare ambienti facili da pulire, adattabili e trasformabili, con arredi modulari e spazi dedicati alle attività fai-da-te.

Collective entertainment at home. Iniziative fisiche e digitali sono state create per mantenersi in contatto con le persone, così come un ruolo ha avuto un maggior ricorso alla visione di contenuti televisivi e digitali.

 

 

Bisogna trovare un equilibrio tra connessione digitale e interazione fisica, per esempio progettando home party, in cui i partecipanti si collegano digitalmente o si riuniscono fisicamente in piccoli gruppi.

Personal wellbeing at home. Il 54,3% ha iniziato a fare esercizi fisici a casa; il 22,2% ha curato maggiormente sé stesso e le persone a lui vicine. Importante è creare la giusta atmosfera, supportati da un assistente intelligente negli esercizi fisici e mentali.

Keep the virus outside the home. Il 90% delle persone si lava le mani appena rientrati a casa; il 51,9% lascia le scarpe fuori dalla porta; il 35,5% sanifica tutti i prodotti che aveva con sé fuori casa.

 

 

Questo porta a trovare idee che aiutino a mantenere un elevato livello di igiene in casa e che diano la possibilità di dividere gli spazi domestici in caso di persona positiva al virus. Si potrebbero progettare sistemi di “scansione” per l’igiene oppure sistemi per vivere un periodo di isolamento in casa insieme al resto della famiglia.

Outdoor space is a must-have. Il desiderio di essere più a contatto con la natura è aumentato. Il 45% delle persone ha apprezzato maggiormente gli spazi esterni, luoghi di relax e per la socialità. Si cerca, quindi, di riportare spazi esterni all’interno della casa, cercando di progettare sistemi in grado di permettere le relazioni con gli altri, mantenendo la distanza fisica.

– Solidarity from home. Il 32% delle persone ha acquistato cibo in diversi negozi di quartiere per sostenere le attività locali e l’8,6% ha fatto la spesa per altre persone impossibilitate a farla. Ciò porta a costruire delle reti di informazione e comunicazione nel vicinato e progettare modi diversi per sostenersi a vicenda.

Le condizioni create dalla pandemia hanno certamente accelerato dei cambiamenti nella società. In tutti e sette gli scenari i settori industriali più coinvolti sono stati quelli di arredamento, design d’interni, immobiliare, elettrodomestici e, in alcuni casi, intrattenimento e cibo. La diffusione della tecnologia e della digitalizzazione è servita a implementare l’assistenza, supportare e facilitare le attività, aiutare l’interazione con altre persone e sanificare gli ambienti e renderli più sicuri. Inoltre, sono stati necessari cambiamenti rapidi per migliorare l’equilibrio tra vita privata e lavorativa, diffondere lo smart working e riconnettersi con la natura.

Tutto ciò ha offerto delle possibilità di innovazione, sia a individui che enti o governi disposti ad avere un ruolo attivo nella “nuova normalità”.

 

Febbraio 2021