Progetti
I colori del deserto
Roberta Chionne
Black Engineering Dwc-Llc
Gioforma
MIRAGE
2019
Entrata nel Guinness World Records per essere l’edificio a specchi più grande del mondo, la Maraya Concert Hall è stata costruita nella regione di Al’ula, primo sito storico patrimonio Unesco dell’Arabia Saudita, intorno a cui la Royal Commission for AlUla ha voluto costruire un progetto culturale e turistico che rappresenta una svolta epocale per il paese. L’edificio, destinato a ospitare anche eventi del prossimo G20, sorge in un territorio ricco di vestigia storiche e archeologiche di grandi civiltà, un tempo importante crocevia commerciale, oltre che luogo di sosta per i pellegrini verso la Mecca e di passaggio della leggendaria ferrovia Hijaz che collegava Damasco a Medina.
L’apertura al mondo di quest’area intende seguire criteri sostenibili in grado di preservare sia il patrimonio storico che quello naturale, tra cui il deserto punteggiato di rocce scolpite dal vento e dall’uomo, come le tombe rupestri di Mada’in Saleh nel sito nabateo di Hegra. «Abbiamo proposto il grande gesto dello specchio, pensando di trovarci in un luogo in cui non bisognerebbe costruire”, ci dice il designer Florian Boje. E proprio grazie ai suoi prospetti specchianti la Maraya (che significa specchio, in arabo) sembra smaterializzarsi nel paesaggio mettendolo in risalto, ponendosi come presenza minimale e al tempo stesso potente.
Commissionato dalla Royal Commission, l’edificio è frutto di talenti italiani: Black Engineering Dwc-Llc per il project management, Gioforma per l’architettura e il design e Gap progetti per l’engineering concept. Realizzata come sede temporanea del primo Winter Festival di Tandora nel 2018, è stata ricostruita come struttura più grande e permanente per l’edizione 2019 ed è oggi un volume di 100x100m alto 26 attrezzato con i più avanzati impianti audio-teatrali e operistici e un gigantesco palcoscenico dotato di vetrata retrattile in grado di aprirsi all’esterno. Gli interni portano un’altra firma italiana. Le pareti della hall e della terrazza panoramica sono infatti rivestite con lastre in gres porcellanato Mirage customizzate ad hoc «per restituire le finiture e i colori delle rocce calcaree, che vanno dal rosso bordeaux intenso al beige, e cambiano nel corso della giornata reagendo alla luce», come spiega Boje. «Alula Light» e «Alula Dark» evocano i paesaggi di rocce e sabbia sia nelle tonalità, arricchite di sfumature e ossidazioni, sia nella struttura leggermente mossa, che produce un effetto materico anche grazie alla leggera stonalizzazione da un pezzo all’altro. I due prodotti sono stati utilizzati anche nel progetto di ristrutturazione dell’aeroporto esistente, affidato sempre a Gioforma, che li ha utilizzati per rivestire pareti di corridoi, lounge e sale di attesa. Nel nuovo terminal rappresentano anche una componente fondamentale del prospetto esterno, in cui le lastre ceramiche sono intervallate da pannelli in calcestruzzo mescolato a rocce locali, realizzando un pattern grafico delimitato da inserti orizzontali in ottone che vuole rendere omaggio alla vicina Al-aqra’a, la montagna su cui sono incise 450 iscrizioni, identificata come una delle più grandi open library dell’Arabia Saudita.
Mirage, Alula
grès porcellanato
40x120 - 45x90 - 60x120 cm
Light, Dark
Assorbimento d'acqua (ISO 10545-3): 0,05%
Resistenza all'attacco chimico (ISO 10545-13): UA ULA UHA
Resistenza all'usura e all'abrasione (ISO 10545-6): 135 mm3
Resistenza alle macchie (ISO 10545-14): conforme
Resistenza al gelo (ISO 10545-12): conforme
Resistenza alla flessione (ISO 10545-4): 50 N/mm2
Resistenza alla scivolosità (DIN 51130): R11
Resistenza agli sbalzi termici (ISO 10545-9): conforme
Resistenza alla dilatazione termica lineare (ISO 10545-8): conforme