Quite Architecture

La casa, luminosissima, tradisce immediatamente la sua vocazione al minimal. Pochi i colori – è il bianco che prevale -, ben calibrati i materiali – vetro, cemento e ceramica. L’insieme infonde un senso di calma, di pulizia e candore.
Siamo in un quartiere residenziale di Oberhausen, città tedesca nel cuore del bacino della Ruhr. Qui i padroni di casa, una coppia con figli, hanno coronato il loro sogno di vivere circondati dagli alberi: la natura, infatti, ha svolto un ruolo determinante nella scelta del terreno e nella progettazione della casa. Così, lo studio tedesco Engelshove Architekten ha messo subito al centro del progetto il rapporto fra interno ed esterno, edificio e paesaggio, pubblico e privato.
Il concept è stato quello di lavorare per strati che si sovrappongono per arrivare alla creazione di un volume composto, caratterizzato da ‘layers’ di cemento, la cui solidità controbilancia l’ariosità delle superfici completamente vetrate. Due i livelli di sviluppo: il piano terra, sospeso sul giardino con le ampie vetrate che quasi coincidono con il prospetto; il secondo, invece, pieno e bianco, che crea un volume in aggetto, proiettando ombra sul patio sottostante e disegnando un un lungo terrazzo su cui si affacciano le camere da letto.
Si tratta di un’architettura totalmente dedicata alla percezione del paesaggio: le ampie finestre, infatti, fanno in modo che esterno e spazio abitativo si fondano l’uno nell’altro senza soluzione di continuità. La sottile soglia che separa il dentro dal fuori a volte si dilata creando spazi di mediazione, come il patio affacciato sulla piscina, che prolunga l’area giorno verso l’esterno, allargando la visuale. La permeabilità dell’involucro si proietta anche dentro casa: il layout è aperto, fluido e dà sempre la sensazione di potersi muovere in tutte le direzioni.
Così lo sguardo spazia in modo libero, grazie a un attendo posizionamento dei setti divisori e delle aperture, lasciando che il paesaggio attraversi letteralmente la casa. Anche le scelte materiche dei rivestimenti ceramici hanno strategicamente contribuito a questo risultato. Sul pavimento, infatti, si è optato per il gres porcellanato di ampio formato, che nella texture richiama il cemento ‘rullato’: si tratta della collezione X Beton di Cotto d’Este, che alterna il formato di cm 90×90 e cm 60×120 (spessore mm 14) nell’ingresso, nell’area bordo-piscina e nelle terrazze a quello di cm 90×90 per cucina e living: una calda tonalità grigia è il leit motiv che lega tutti gli ambienti, esterni ed interni, indipendentemente dal formato. La multifunzionalità di X Beton è anche garantita dalla particolare tecnologia antibatterica, che caratterizza questa collezione: la superficie è infatti protetta da un innovativo scudo antibatterico, completamente atossico e sicuro per la salute che, sempre attivo, elimina fino al 99,9% dei batteri nocivi.
Il progetto d’arredo è in pieno sintonia con lo spirito ‘less is more’ del progetto architettonico. Gli spazi, generosi e luminosissimi, sono punteggiati da pochi mobili design (unica eccezione il grande tavolo che recupera due tavole di legno ricavate da un tronco centenario) e da arredi perfettamente integrati nelle pareti. Anche l’impianto illuminotecnico, salvo rare eccezione (i lampadari-campana in acciaio inox, che illuminano il pranzo) si ispirano al medesimo concept. Gli ambienti, se pur minimali, sono caratterizzati da belle proporzioni: non vi è mai traccia di freddezza, perché la ricerca di sobrietà è sempre stata finalizzata al comfort e al piacere di vivere bene dentro casa.