Aria di Spagna a Toronto downtown

Aras Azadian per il suo primo ristorante Barsa Taberna, cercava una superficie più ampia dei 278 metri quadri di Market Street ma poi, dopo averlo visto, optò per questo spazio. Un azzardo forse, visto che appariva come un antro angusto parzialmente sotto il livello stradale, senza finestre, senza corrente elettrica, buio, fatiscente, nel passato utilizzato come stalla dalla RCMP (la polizia canadese a cavallo). Ma Azadian aveva idee chiare avendo maturato la sua visione di tapas restaurant durante gli studi a Barcellona dove questi locali, sovente, devono la loro tipicità anche al loro layout disorganico. Vi era ritornato poi durante l’iter progettuale con il designer John Tong nel tentativo di catturane l’essenza nascosta. Tuttavia la ristrutturazione si rivelò faticosa dovendo intervenire con un regolamento edilizio del 2014 su un edificio di interesse storico (quindi con grossi vincoli) costruito nell’800 su un terreno di bonifica. Ogni variante impose snervanti trattative burocratiche. Furono necessari circa undici mesi per arrivare all’apertura. Il progetto finale integra elegantemente spazi ridotti, antichi muri in mattoni a vista, archi in pietra e travi in legno centenarie a soffitto con materiali contemporanei, arredi high-tech ed elementi caratteristici della cultura ispanico/catalana, ricreando un’atmosfera inattesa, intima e coinvolgente. La zona bar, una delle due aree operative del locale, è caratterizzata da un segno grafico ricorrente che richiama quelli tipici di Gaudi: a pavimento sotto forma di adesivo posato sul cemento fresco e poi trattato con vernici epossidiche; come rivestimento sul top e sui fianchi in Corian del bancone; disegnato sulla parete fronte bar dalla disposizione opportuna di 1400 bottiglie di diverso colore tagliate a mano dagli amici di Azadian. I clienti al bancone siedono su sgabelli dalla struttura portante in acciaio e tozza seduta in massello di pino ricavata da legni di recupero (il riferimento voluto è ai tapas bar spagnoli dove per sedute a volte si utilizzano vecchie botti, cassette di legno e simili). Le tre versioni predisposte se utilizzate contemporaneamente comunicano una sensazione di disordine, in piacevole contrasto con l’ordine perfetto delle sedie rosso fuoco allineate sull’altro lato davanti ai tavolini. Sopra il bancone un ulteriore richiamo alla Spagna: tre corpi illuminanti a Led in metallo sospesi a soffitto si atteggiano a tori infuriati. Archi in pietra tagliati nella parete trasversale portano alla zona ristorante. Per supplire alla carenza di luce naturale l’illuminazione d’accento è stata qui integrata da un grande murale retroilluminato, ideato da John Tong e dall’artista Pascal Paquette. Tema del murale ancora l’energia e il caos minaccioso prodotto dalla corsa di grossi tori infuriati. Elemento dominante di quest’area è senza dubbio la pavimentazione, realizzata con lastre in grès porcellanato della collezione Frame di Design TaleStudio. La forza espressiva del suo decoro Majolica, giocato con continui cambi di scala, esalta e unisce architettura e arredi.