Commenti ed Editoriali
La nona stella, quella di Richard Rogers | di Andrea Serri
Martedì 25 settembre sarà per Cersaie, il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e l’Arredobagno, un’altra giornata memorabile. Sul palco del Palazzo dei Congressi terrà la sua Lectio Magistralis Richard Rogers, il nono premio Pritzker protagonista del programma culturale Costruire Abitare Pensare.
Un appuntamento di straordinaria importanza per la Fiera, per il mondo dell’architettura e del progetto, per la città di Bologna.
Tra Richard Rogers e la ceramica esiste un rapporto storico e familiare (la madre era una ‘potter’, una produttrice di ceramiche che gli regalò un primo servizio in occasione del matrimonio), così come eccezionale la relazione che lo lega all’Italia, dove lui è nato (Firenze) e vissuto (Trieste), e a quello che il Pritzker inglese considera il suo miglior amico, quasi un fratello: Renzo Piano.
L’attenzione per il mondo dei materiali – soprattutto di quelli che inglobano dosi significative di innovazione – e per l’architettura, che Rogers interpreta nella simbiosi tra il dentro ed il fuori, tra la struttura portante ed il sistema degli impianti che la fanno funzionare, come testimonia in modo magistrale il Centro Pompidou di Parigi che lo presentò al consesso mondiale dell’architettura. Da allora innumerevoli sono i progetti che lo hanno visto protagonista, e dove ha mantenuto sempre fede a quella che è la sua lettura del progetto: rendere visibile tutto quello che solitamente è nascosto, come le scale, gli impianti di aerazione, quelli di riscaldamento. Una cifra stilista per gli edifici di grandi dimensioni che si affianca all’attenzione alla responsabilità sociale, intesa anche come progettazione di edifici residenziali a basso costo per i meno abbienti. E dove il colore – in modo simile alle sue famose camicie – trova piena cittadinanza.
Luglio 2018