Tutto Ponti, Gio Ponti Archi-designer

Le maioliche decorate a mano della Ceramica Francesco De Maio in mostra al MAD di Parigi

 

C’è tutto Gio Ponti a Parigi dove Ceramica Francesco De Maio presenta la riedizione di alcune grandi opere del celebre architetto italiano, riproducendo le maioliche bianche e blu, le ceramiche in rilievo bianche e blu disegnate da Ponti per l’Hotel Parco dei Principi di Sorrento e le famose maioliche bianche e gialle in cotto fatto a mano che pavimentarono la casa di Gio Ponti in Via Dezza a Milano.

Tutto Ponti, Gio Ponti Archi–designer. Una mostra-omaggio, l’unica di questo tipo mai realizzata sull’opera di Gio Ponti, per testimoniare il genio progettuale e creativo del grande maestro, dall’architettura all’editoria, dalle ceramiche ai vetri.

L’esposizione che si tiene fino al 5 maggio 2019 al MAD di Parigi (Musée des Arts Décoratifs situato nell’area Marsan del Louvre), è la più grande retrospettiva su Gio Ponti, a cura di Olivier Gabet, Dominique Forest, Sophie Bouilhet-Dumas e Salvatore Licitra in collaborazione con “Gio Ponti Archives”.

Su progetto dello studio Wilmotte & Associés, la Ceramica Francesco De Maio ricrea lo scenario di una stanza dell’Hotel Parco dei Principi di Sorrento con i colori del cielo e del mare delle maioliche bianche e blu che Gio Ponti realizzò tra il 1960 e il 1962 per pavimentare, con diverse combinazioni, la hall e le cento camere.

E lo fa con il Decoro Tipo 8 della Collezione “Blu Ponti”. Maioliche rigorosamente decorate a mano in formato 20x20cm, che riproducono fedelmente lo smalto, i colori, i decori e lo spessore di quelle fatte negli anni ’60 e con la riproduzione in cotto fatto a mano dei ciottoli a rilievo bianchi e blu disegnati all’epoca da Ponti per rivestire la hall dell’hotel.

Ma non solo. Dopo una lunga ricerca ceramica, la Ceramica Francesco De Maio è riuscita a riprodurre fedelmente la famosa maiolica 25x25cm in cotto fatto a mano rigato in diagonale bianco e giallo che Gio Ponti disegnò negli anni ’50 per pavimentare la sua casa di Via Dezza in Milano che abitò, con i suoi cari, dal ’57 in avanti, arredata con tutte le invenzioni pontiane in fatto di pianta, pareti, mobili, oggetti. “Una casa dimostrativa. E in cui tutto felicemente veniva da una stessa mente e da una stessa mano”.