Spazio a luce, aria e ceramica

Terzo scalo più trafficato in Australia dopo Melbourne e Sidney, l’aeroporto di Brisbane ha visto nel 2008 la conclusione di un importante progetto di espansione, portato avanti dallo studio australiano BVN Architecture. A questa società di progettazione venne commissionato l’intero intervento di espansione del Brisbane International Airport Terminal, guidato da Chris Clarke in qualità di Project Manager con l’obiettivo di adattare l’infrastruttura ad una stima prevista per il 2012 di circa 3.000 passeggeri/ora nei periodi di maggiore flusso e allo scopo di consentire poi un successivo ulteriore ampliamento nel 2023. I cambiamenti ai sistemi di ricezione dei passeggeri così come le norme più restrittive in termini di sicurezza hanno inoltre sollecitato una generale rivisitazione del Terminal esistente, progettato nel 1995 dallo stesso Bligh Voller.
L’intervento del 2008 ha puntato anche su diverse scelte strategiche a livello ambientale: il recupero delle acque piovane per scarichi ed irrigazione; la selezione di piante resistenti alla siccità; alti livelli di luce naturale interna; analisi e selezione, ove possibile, di materiali ecologici e naturali.
Con l’intento di fornire un aspetto senza soluzione di continuità tra vecchio e nuovo, l’espansione ha cercato di recuperare forma ed espressione del Terminal esistente, rispondendo anche alla richiesta del committente di mantenere un’atmosfera “informale e chiaramente riconducibile al paesaggio del Queensland”. Il progetto ha puntato quindi sull’enfasi della luce naturale, su un alto grado di trasparenza, su dettagli semplici e minimali, su materiali naturali e su una selezione per gli arredi di colori ispirati alla terra.
L’ampliamento dell’atrio centrale è stato concepito in modo diverso rispetto a quello del Terminal in quanto più relazionato all’idea di smistamento che di destinazione. Qui, piuttosto che affidarsi ad una banale disposizione per file ordinate, il progetto ha previsto una disposizione più dinamica dei posti a sedere, ispirandosi all’idea formale di un fiume sinuoso. L’illuminazione naturale nell’atrio è inoltre incrementata da un lucernaio stretto e lungo 90 metri; al di sotto, la luce del giorno si ritrova punteggiata da una filigrana di ombre sui muri e sui pavimenti che scandisce con eleganza il viaggio dei passeggeri da una parte all’altra dell’atrio.
In questo ambiente luminoso, l’azienda italiana Casalgrande Padana ha fornito i materiali per le pavimentazioni interne di atrio centrale, zone di transito e di distribuzione, spazi di attesa, sosta e ristoro, aree funzionali e di servizio. I colori per le superfici sono stati scelti in piena continuità cromatica con il progetto degli interni volto alla massima rifrazione della luce naturale. Come tipologia di texture, è prevalsa l’ispirazione alle pietre naturali, vista la preferenza per le collezioni Granitogres e Pietre Native, utilizzate in modo particolare negli spazi di collegamento e nelle aree di massima concentrazione pubblica.