Progetti

Ristorante Cracco - Milano

Non chiamatelo ristorante

Cracco in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, il cosiddetto "Salotto dei Milanesi", non è solo un ristorante. Negli spazi del bar-bistrot pasticceria, del privé, della cantina e della sala per eventi all'ultimo dei quattro piani, si respira un'atmosfera d'altri tempi. Ma le proposte sono attuali: sia quella culinaria che quella culturale
Autore
Donatella Bollani
Foto
Tiziano Sartorio
Progettista
Laura Sartori Rimini, Roberto Peregalli (Studio Peregalli)
Superfici
MARAZZI
Anno di realizzazione
2018

“La Ceramica è un materiale meraviglioso è fra i materiali incorruttibili rivestiamo l’architettura con mosaico di ceramica, anche la costruzione ha una pelle (…).” Gio Ponti, Amate l’Architettura, 1957, Rizzoli © 2008 RCS Libri, Milano

1118 metri quadrati su quattro piani, in uno dei luoghi più cari ai milanesi, non solo per proporre la propria cucina ma anche per sviluppare progetti d’arte site specific dedicati alle lunette che sovrastano le vetrate dell’ammezzato della Galleria; questo il progetto di Carlo Cracco. Il programma, sviluppato in collaborazione con Sky Arte e con Cantine Ferrari, prevede infatti che le vetrine si trasformino in spazi nei quali proporre nuovi linguaggi. “Heterochromic” di Patrick Tuttofuoco ha inaugurato il progetto fondendo arte e cucina, con una riflessione profonda e intimamente legata al concetto d’identità. Ricorrendo al neon, l’artista ha trasformato le due lunette in occhi, quelli di Carlo Cracco e Rosa Fanti, dando vita a un’entità unica che unisce iridi diverse. Cracco si è trasferito nel Salotto dei milanesi, dalla storica sede di via Victor Hugo, facendo progettare i nuovi spazi – oltre 1000 metri quadrati, 50 i coperti al piano terra déhors incluso, 50 al primo piano, e fino a 100 posti seduti e 150 in piedi per il secondo livello – dallo studio milanese Peregalli. Gli architetti Laura Sartori Rimini e Roberto Peregalli hanno disegnato un luogo che conferma e custodisce il legame con la milanesità degli spazi in Galleria e con lo stile di Gio Ponti, coniugando sobrietà e raffinatezza.
Nel seminterrato la cantina, dalle pareti rosso lacca e la scaffalatura in legno d’abete, ospita oltre 2000 etichette e oltre diecimila bottiglie.
Tutti gli arredi sono stati realizzati da imprese artigianali specializzate. Un’attenzione particolare è stata riservata all’illuminazione, diffusa, quasi teatrale, e all’acustica, grazie a pannelli fonoassorbenti e all’insonorizzazione totale del secondo piano. Non meno importanti le superfici, dove la ceramica trova un’ampia applicazione: i progettisti hanno infatti utilizzato la piastrella Marazzi Triennale – la cosiddetta “4 volte curva” – disegnata da Gio Ponti e Alberto Rosselli nel 1960, nei colori avorio, ocra e nero per tutte le cucine, una ad ogni piano, e hanno declinato la serie di grès Allmarble nelle finiture Statuario e Saint Laurent per i bagni.
Al Cafè, posizionato al piano terra, le pareti sono in stucco, dipinte a mano con un motivo a damasco che ricorda i disegni di Fortuny. Il pavimento in mosaico è in accordo cromatico con l’esterno, il grande bancone-bar originale, della fine dell’800, arriva da Parigi.
Al primo piano una sala d’accoglienza, rivestita con una boiserie grigio-azzurra e una carta da parati dipinta a mano a grandi corolle floreali, apre agli spazi del ristorante, organizzato in tre sale e due privé.
Non è solo la serie Marazzi Triennale a rendere omaggio a Gio Ponti; ispirati alla vena creativa del maestro milanese sono anche i servizi di piatti di Richard Ginori, ideati dagli architetti Sartori e Peregalli e realizzati appositamente per Cracco, in tre varianti di colore coerenti con la palette dominante nei diversi piani.
Il secondo piano, cui si accede privatamente dal cortile affacciato su via Pellico, è concepito come uno scenario teatrale e permette di creare ogni volta un ambiente su misura, grazie all’assenza di arredi fissi, fatta eccezione per il grande bancone del bar in marmo di Levanto degli anni ’20. Una hall, che è anche guardaroba, di colore verde scuro in lacca e tessuto conduce a un unico ampio spazio, la Sala Mengoni, dalle pareti coperte da una resina speciale a rilievo a doppio disegno, con un effetto di ferro argentato. Il pavimento è in seminato, il recupero di un affresco ottocentesco con un motivo di putti ha suggerito i decori degli altri soffitti.

Piastrelle
Marazzi, Triennale e Allmarble
Tipologia
monocottura
Formati
Triennale 10x15,5 cm; Allmarble 7x28 cm, 60x120 cm
Caratteristiche
? Triennale
tipologia: monoporosa
design Gio Ponti e Alberto Rosselli
realizzata su Sistem C Architettura nei colori Avorio, Ocra e Nero
? Allmarble
tipologia: gres fine porcellanato colorato in massa
finiture lucide Saint Laurent e Statuario, Block White, Mystone Lavagna nero

Certificazioni e premi
LEED
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