Gres a tutto gas

Bobber, Café Racer, Scrambler Brat, sono solo alcuni dei termini per iniziatici che identificano precise categorie di potenti due ruote e gli stili di vita da queste evocati, attraverso i quali esprimere la propria personalità. Moto minimaliste, retrò, surreali, private del superfluo, ma ricche di valori identitari, perché ognuna rigorosamente diversa dall’altra.
“Puoi vivere di più in 5 minuti su una moto lanciata al massimo della velocità di quanto certa gente in tutta la vita”, diceva il neozelandese Burt Munro, membro della Motorcycle hall of Fame, che nel 1967 con una Indian 950 da lui radicalmente modificata fu cronometrato sul lago di Bonneville a oltre 305 km/h.
Oggi il suo motto, privato dell’ambizione della velocità assoluta, ma non della voglia di essere unici, rivive in chi ama possedere e cavalcare una moto altra dal conformismo della produzione seriale, anche solo per trotterellare rombando fino al primo caffè come faceva un brit-rocker degli anni ’60 davanti al The 59 Club o all’Ace Cafe London.
Per interpretare i sogni e i desideri di questa sofisticata categoria di motociclisti è nato a Milano il South Garage motor Co – Manifattura italiana meccaniche veloci.
La sua sede sorge a pochi passi dal postmoderno svincolo di piazzale Corvetto e del nastro d’asfalto che per decenni ha rappresentato per gli italiani il tracciato motoristico più veloce per collegare il paese: l’autostrada del Sole.
Come immaginabile si tratta di un luogo molto particolare, una sorta di crocevia tra le diverse anime che concorrono a celebrare il mondo della motocicletta d’autore, dove la ricerca, l’esclusività, lo stile, la passione e il design rappresentano il comune denominatore. Al suo interno, in un piano sequenza inclusivo, gli spazi accolgono: l’Atelier dove vengono realizzati artigianalmente esemplari unici costruiti su misura per il cliente; il Part & Services dedicato alla manutenzione e customizzazione; il Flagship store dove vengono proposti accessori, componenti, capi d’abbigliamento e non ultimo il Cafè Bistrot.
L’articolato progetto sviluppato dall’architetto Christian Fenouil – CHR Architects, accanto agli aspetti distributivi, di immagine e accoglienza, mirati a definire il palinsesto evocativo di una coinvolgente factory, ha posto particolare attenzione alla scelta di materiali in grado di soddisfare non solo la dimensione estetica, ma anche prestazionale.
In primo piano le superfici pavimentali che vedono protagoniste assolute le lastre in gres porcellanato di Panaria Ceramica.
I progettisti hanno selezionato per alcune aree la collezione Nuance, nella declinazione Tabac formato 30×120 cm, capace di reinterpretare le venature forti e decise del legno tramite la combinazione di diversi tipi di rovere. Per altre zone, si sono invece orientati verso la collezione Horizon nella tonalità Storm formato 90×90 cm, che trae ispirazione dalle eleganti sfumature del marmo e dalla matericità del granito.
Grazie all’elevata resistenza all’urto, all’abrasione e alla flessione, Nuance e Horizon sono ideali per gli spazi commerciali e pubblici in cui l’estetica e il design devono combinarsi alle ottime prestazioni tecniche del gres porcellanato. Entrambe le collezioni beneficiano inoltre del trattamento Protect: uno scudo antibatterico incorporato nel prodotto ceramico, capace di eliminare fino al 99,9% dei batteri che si depositano sulle superfici.