La responsabilità dell’architettura | di Diana Friedman

L’architetto Doug Bothner, di Baltimora, ha collaborato per oltre 18 anni con lo studio di architettura Ziger / Snead Architects, accrescendo la propria esperienza nel campo dell’architettura e del design. Tra i suoi progetti più importanti, il Baltimore Museum of Art, il National Cryptologic Museum Foundation, la Washington International School, oltre agli innumerevoli bellissimi progetti residenziali, Bothner è esperto nell’arte di progettare edifici imponenti. In questa intervista, Bothner ci parla delle ispirazioni che sottendono al suo lavoro, dei tre elementi fondamentali che stanno alla base di ogni progetto, e del perché le piastrelle di grande formato sono così essenziali ed efficaci per i suoi progetti.

Parlaci del tuo background e del tuo percorso per diventare un architetto.
Alcuni dei miei primi ricordi riguardano l’infanzia trascorsa nel New England, il tempo passato ad aiutare mio padre a rinnovare la nostra casa storica, originariamente costruita intorno al 1776. La sua dedizione alla casa era una questione affettiva per lui; io gli sono stato sempre accanto mentre riprogettava l’edificio trasformandolo nell’abitazione per una giovane famiglia. Queste esperienze hanno avuto un profondo effetto su di me – hanno instillato l’idea che ognuno di noi ha la capacità di progettare e modificare l’ambiente fisico al meglio.
La mia formazione artistica (pittura, storia architettonica e infine architettura) mi ha fornito una solida base per la pratica del mio lavoro. La mia formazione al di fuori del mondo universitario è stata altrettanto importante. Osservando l’ambiente costruito e non costruito attraverso numerosi viaggi ed esplorazioni ho rafforzato la mia convinzione che architetti e designer abbiano un ruolo importante nel plasmare gli spazi e i luoghi in cui abitiamo.
Credo che l’architettura sia un’incarnazione fisica dei valori umani. Gli architetti hanno la responsabilità di migliorare gli ambienti costruiti (e non costruiti) per un impatto positivo, non invasivo sulle comunità e sul territorio.

C’è una persona, un luogo o un’esperienza che ispira continuamente il tuo lavoro oppure questo varia a seconda del cliente e del contesto?
Sono ispirato dal processo iterativo di progettazione per trovare la soluzione migliore per ogni progetto. Ogni progetto si compone di tre elementi: le aspirazioni del committente, il programma e le possibilità che offre quel particolare sito o contesto. Indipendentemente dal tipo di progetto, l’architettura esemplare nasce nel punto ottimale di incontro tra questi tre elementi.

Parlaci dei tuoi progetti più recenti.
Il nostro lavoro spazia su diversi mercati e su scale diverse. Ad esempio sono particolarmente soddisfatto di alcuni progetti residenziali, sia di nuove abitazioni che di ristrutturazione, così come di un nuovo grande progetto di oltre 16.000 mq che saranno destinati ad uso sia residenziale che commerciale nel cuore di un quartiere storico qui a Baltimora.

Che cosa ti ha attratto principalmente verso la ceramica italiana e come l’hai inserita nei tuoi progetti?
Ampiezza di formati e qualità. Per oltre 10 anni abbiamo utilizzato le piastrelle in grande formato, intendendo per grande formato il 30×60 cm. Oggi i grandi formati si avvicinano più al 60×120 o addirittura al 120×120. La ceramica italiana ha sempre risposto alle nostre aspettative sia in termini di ampiezza di formati, che di livello qualitativo ed estetico.

C’è un progetto o un tipo di destinazione d’uso che ti piacerebbe vedere realizzato con piastrelle di ceramica?
I materiali che utilizziamo devono assicurare non solo un alto livello estetico, ma essere innovativi per la loro durabilità, qualità e storia di sostenibilità. Spesso, tuttavia, la qualità e il costo dell’installazione dipendono dal mercato del lavoro e dalla professionalità dell’installatore. In questa equazione, mi piacerebbe vedere un miglioramento nel mercato del lavoro, in modo tale da garantire inalterata la bellezza e la durata della piastrella in qualsiasi ambito sia essa installata.

 

 

BIOGRAFIA

Douglas Bothner, AIA, LEED AP
Partner, Ziger/Snead Architects

Doug Bothner ha collaborato per oltre 18 anni con lo studio Ziger/Snead, per poi diventarne socio nel 2015. Il suo lavoro ha contribuito in maniera significativa alla crescita dello studio nei vari ambiti progettuali:  residenziale, formativo, culturale e istituzionale. Progetti di grande rilievo includono la National Cryptologic Museum Foundation, la Washington International School, New Spires Arts, la Maryland 9/11 Commission, il Maryland Institute College of Art, il Baltimore Museum of Art, la Gilman School. I suoi progetti in ambito residenziale hanno vinto diversi concorsi di design e sono stati pubblicati su Dwell Magazine e Wallpaper, tra gli altri.
Doug ha conseguito il master in architettura alla Yale University School of Architecture e la laurea con lode presso la Wesleyan University.
Attualmente è membro del consiglio d’amministrazione del Contemporary Museum  ed è stato docente aggiunto presso il Maryland Institute of College of Art e visiting critic presso la University of Maryland, l’Università Cattolica d’America e la Morgan State University.
Doug è un professionista accreditato LEED e membro dell’AIA-American Institute of Architects.